Mi chiamo Héctor Chico, sono nato a Coatzacoalcos, Veracruz (Messico). Vivo a Milano dall’agosto 2008.

Presso il Politecnico di Milano ho conseguito la Laurea Magistrale in Interior Design nel 2015, anno in cui ho scoperto la mia vocazione come fotografo, quindi ho deciso di frequentare il corso biennale della Scuola di Fotografia Bauer (2015-2017).

Il mio lavoro si muove su due binari ugualmente importanti per me: da un lato documento Arte Contemporanea, dallo still-life alle mostre presso musei, gallerie e istituzioni culturali; dall’altro ho in corso dei progetti di impronta artistica come Un Mundo Raro, serie di ritratti che unisce la tecnica del collage analogico e la fotografia.

Durante la pandemia, quando tutto era fermo, una persona molto importante per me mi ha detto: “Héctor, credo che la Fotografia sia una cosa inutile. Perché non cerchi lavoro come progettista d’interni?”. Sentire questo è stato catartico, ero ferito, allora mi sono detto: “Visto che la Fotografia è qualcosa di inutile, fotograferò cose inutili”. Ho esplorato diversi tipi di inutilità, da quella funzionale a quella estetica. Allo stesso tempo stavo sviluppando la mia passione per il collage analogico.

È arrivato un altro momento decisivo in cui ho combinato entrambe le cose: usando una “fotografia inutile” come sfondo per realizzare un collage, ho creato il ritratto di una persona attraverso un suo ricordo. È così che nasce Un Mundo Raro, progetto che racconta la storia delle persone, permettendoci di avvicinarci a noi stessi e agli altri.

Perché si chiama Un Mundo Raro? Questi ritratti esplorano i ricordi, i sogni e le esperienze che hanno segnato la nostra vita e che hanno creato un mondo dentro ognuno di noi. Raramente abbiamo il tempo o la possibilità di fermarci un attimo a sfogliarli, Un Mundo Raro è un modo per farlo