Dipingo per dare forma a ciò che non trova parole.
La mia ricerca è un dialogo continuo tra impulso e controllo, tra il desiderio di guidare il colore e la necessità di lasciarlo scorrere da solo.
Ogni opera nasce da questo equilibrio fragile… o dal momento in cui si rompe.

Autodidatta, ho iniziato a dipingere come atto di sopravvivenza emotiva, trasformando l’urgenza di sentire in gesto, segno e materia. Oggi la mia pratica si muove tra disegno, pittura a olio e tecniche miste, con una costante attenzione alla fisicità del corpo e alla tensione delle emozioni interiori.

Non cerco la perfezione tecnica, ma la verità emotiva: quella che affiora quando smetto di trattenere e mi lascio attraversare da ciò che sento.
Se qualcosa arriva a chi guarda, allora quella lotta ha avuto senso.