Arteaporte
  • Adfi  
    Tecnica: Acquerello su carta
    Anno: 2023
    Dimensione: 29 cm x 37 cm
    Descrizione: Questa è la riproduzione che ricrea, il più fedelmente possibile, quest'affresco, forse realizzato ad encausto, presente in una casa di Pompei fermata nel tempo dell'anno 79 d. C. dall'eruzione e dalla conseguente pioggia di lapilli e cenere. Si presenta questa danza delle tre Grazie ignude, ma questa loro nudità non urta e non infastidisce, anzi è molto delicata ed anche se sensuale, è di una finezza che stupisce. Ho voluto usare lo stesso colore rosato per la carne dei corpi delle donne e per lo sfondo – per rendere evidente che si tratta comunque di intonaco grezzo e di età romana e quindi antico. Ho poi usato delle tinte terrose per determinare i capelli e le foglie che stringono tra le mani le due donne agli estremi di questa figura scenografica.
  • Adfi  
    Tecnica: Acquerello su carta
    Anno: 2024
    Dimensione: 28 cm x 45 cm
    Descrizione:  Questi sono i due Compianti che si possono definire Pre-rinascimentali, perché rappresentano i primi tentativi di riprodurre sul muro delle espressioni di volti umani vicini alla realtà, pur essendo i soggetti dal tema religioso e quindi circondati da un'aurea dorata ed estremamente idealizzata. Il primo a rompere con quella tradizione fu Giotto di cui ripresento il Compianto che è presente nella cappella padovana Brancacci. Ho voluto investigare lo sguardo molto dolente della Madre al volto ormai esanime del Figlio. Accanto vi è un altro Compianto dipinto nella lunetta di una cappella che si trova nella Basilica Inferiore di Assisi. L'artista è il senese Pietro Lorenzetti, il quale compie una scelta estremamente coraggiosa ed originale: nella deposizione del Figlio, trovandosi in una lunetta centrale, decide di ribaltare la testa del Figlio per avvicinarla al volto della Madre. Una scelta molto ardita ed affascinante.
  • Adfi  
    Tecnica: Acquerello su carta
    Anno: 2024
    Dimensione: 35 cm x 47 cm
    Descrizione: Si tratta delle due riproduzioni reinterpretate di opere eseguite in alcuni edifici di Firenze durante il Rinascimento. Sono i due Compianti che più mi hanno suggestionato. Il primo è quello di Masaccio, colui che per primo, dopo Giotto, ha insegnato come si possa dipingere su di un affresco la Realtà così come essa è, priva di tutte le esaltazioni dorate portate dalla pittura bizantina. Il secondo è un altro affresco, dipinto nel convento di S. Marco dal Beato Angelico che vede il volto della Madre desolato di fronte alla morte del Figlio. Entrambe le Madri indicano il Figlio con la mano, i loro sguardi hanno però direzioni diverse: quella di Masaccio guarda il fedele, per la cui salvezza suo Figlio ha donato la vita, quella del Beato Angelico induce a guardare quel Figlio morto per noi e a contemplarlo.
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