Arteaporte
  • Paola Tornambè Tecnica: Digitale, Bianco e nero, Foto Anno: 2021 Descrizione: L'opera appartiene ad un più ampio lavoro dall'omonimo titolo, dedicato alla "Caroline Branson" del famoso fotografo Mario Giacomelli, a sua volta ispirato da "Spoon River Anthology" di Edgar Lee Masters. Un lavoro che scava nel tempo, nell’amore e nella memoria. Tra fiori di primavera, in un campo sotto il cielo di maggio, si consuma l’amore tra i due protagonisti. Un amore delicato e passionale al tempo stesso, riversato nella natura che li circonda, che non è solo il mero sfondo delle vicende, ma parte integrante di una storia legata alla terra, alla rinascita primaverile, ai campi dove trova svolgimento. Tra papaveri, sulle, margherite, protetti dal mondo esterno che pare non esistere neppure, due giovani si amano di un amore viscerale, a tratti disperato. Non sappiamo nulla di loro e delle vicissitudini che li hanno condotti in quel campo, a maggio. E non ci serve saperlo. Bastano i loro abbracci, i loro volti, le immagini eteree dei loro corpi per sempre trattenuti in quel luogo, in quel tempo divenuto senza tempo. La terra conserva memoria di ciò che è avvenuto e si fa complice nel preservare il ricordo e richiamarlo alla memoria. Questa è la loro vittoria. Perché ciò che è accaduto è accaduto per l’eternità. La loro essenza rimane. Sempre e per sempre. Nell’energia della terra. In un campo. A maggio.
  • Paola Tornambè Tecnica: Digitale, Bianco e nero, Foto Anno: 2021 Descrizione: L'opera appartiene ad un più ampio lavoro dall'omonimo titolo, dedicato alla "Caroline Branson" del famoso fotografo Mario Giacomelli, a sua volta ispirato da "Spoon River Anthology" di Edgar Lee Masters. Un lavoro che scava nel tempo, nell’amore e nella memoria. Tra fiori di primavera, in un campo sotto il cielo di maggio, si consuma l’amore tra i due protagonisti. Un amore delicato e passionale al tempo stesso, riversato nella natura che li circonda, che non è solo il mero sfondo delle vicende, ma parte integrante di una storia legata alla terra, alla rinascita primaverile, ai campi dove trova svolgimento. Tra papaveri, sulle, margherite, protetti dal mondo esterno che pare non esistere neppure, due giovani si amano di un amore viscerale, a tratti disperato. Non sappiamo nulla di loro e delle vicissitudini che li hanno condotti in quel campo, a maggio. E non ci serve saperlo. Bastano i loro abbracci, i loro volti, le immagini eteree dei loro corpi per sempre trattenuti in quel luogo, in quel tempo divenuto senza tempo. La terra conserva memoria di ciò che è avvenuto e si fa complice nel preservare il ricordo e richiamarlo alla memoria. Questa è la loro vittoria. Perché ciò che è accaduto è accaduto per l’eternità. La loro essenza rimane. Sempre e per sempre. Nell’energia della terra. In un campo. A maggio.    
  • Noi

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    Paola Tornambè Tecnica: Digitale, Bianco e nero, Foto Anno: 2019 Descrizione: Come una matrioska, l’autrice porta dentro altre parti di sé stessa. Un invisibile composto da sfaccettature diverse della stessa personalità, contrasti interiori da lei stessa generati, dissolvimenti del suo essere. Attraverso una fotografia introspettiva, fatta di autoscatti rivelatori, Paola Tornambè indaga dal di dentro la sua complessa interiorità. Non si tratta solo di “pezzi” di corpo che raccontano “pezzi” di anima, ma di veri e proprio “parti” (nascite). L’autrice porta alla luce – grazie alla luce – quello che in realtà non si vede: tutto il suo essere complesso e inquieto. Raccoglie in un unico fotogramma, grazie alla lunga esposizione combinata al suo muoversi davanti la fotocamera, più istanti temporali e l'alternarsi di personalità e stati d'animo. Fotografa per il motivo esattamente contrario a quello che ci si aspetterebbe: non per fermare il tempo, ma per mostrare il suo scorrere. Nulla è mai veramente fermo, e così, solo dentro al movimento si può cogliere la verità delle cose. Catturare la somma dei movimenti che compiamo nel tempo, vivendo, è la sua ossessione fotografica. Introspettive, oniriche e a tratti surreali, le immagini di Paola Tornambè si collocano in quel territorio di confine tra “il visibile e l’invisibile” e sono capaci di dare un volto direttamente alle emozioni e ai tormenti dell’essere.
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