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Samuele Atzori Tecnica: Gesso Anno: 2024 Dimensione: 28 x 3 x 25,5 cm Descrizione: Colui che, invece che vivere il mondo, lo osserva come entità esterna, come un alieno nato lì per caso. Sensazione che riguarda molto da vicino Il mondo degli introversi.
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Sonia Squillaci Tecnica: Plastica naturale lavorata per ottenere diversi gradi di elasticità e tonalità, incollata su cartoncino di supporto (passepartout). Anno: 2022 Dimensione: 20 x 20 cm Descrizione: COLTURA PLASTICA fa parte di una ricerca sulla plastica naturale, esplorandone colori ed elasticità. Le forme finali, generate dal processo stesso di lavorazione, sono casuali e spontanee, evidenziando il rapporto tra materiale, gesto e trasformazione.
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Sonia Squillaci Tecnica: Foglia naturale decomposta con procedura manuale, applicazione su tela con acrilico nero (forma circolare centrale). Anno: 2024 Dimensione: 40 x 40 cm Descrizione: “Introspezione” esplora la dualità tra introversione ed estroversione, tra interiorità e ricerca verso stimoli esterni. La foglia scheletrizzata, divisa a metà e collocata tra ingresso e uscita, assume valore simbolico: fragile e organica, rappresenta la soglia che unisce e separa i due aspetti opposti, evocando un equilibrio dinamico in una metafora visiva simile allo yin e yang.
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Madame Pagu Tecnica: Carta, Foto, Oggetti trovati Anno: 2021 Descrizione: Questo lavoro fa parte del progetto AS MULHERES QUE AMEI (Le donne che ho amato), in cui indago le diverse forme di violenza contro le donne. Attraverso fotografie trovate e collage analogici, mi muovo in un campo metaforico dove il gesto di strappare e ricomporre le parti dell’immagine non mira a un risultato estetico, ma invita a riflettere sulla frammentazione del femminile nel tempo, generata da regole sociali velate. Se spezzare l’immagine rappresenta una reazione a una soffocazione costante, le sovrapposizioni e le texture diventano l’antitesi dell’adattamento, incasellando il femminile entro concetti e schemi sistemici. Alla fine, ciò che rimane di noi, oltre l’estetica del caos, sono le cicatrici e la stanchezza di una performance perpetua.
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Sofia Giacomelli Tecnica: Acrilico Anno: 2024 Descrizione: Sovrastare la superficialità e immergersi nel percorso psico-evolutivo della donna è una peculiarità di Sofia Giacomelli, giovane artista in grado di porre in essere un’attenta analisi del profondo che si traduce in delicata osservazione dei diversi passaggi che toccano la vita del sesso femminile mostrandone, in tal modo, reconditi e inespressi desideri, sofferenze, passioni, rinnovata e raffinata sensualità (sovente rinnegata) che si mischia all’eleganza. Un cammino che inizia con l’adolescenza dove si indossano le vesti di angeli ingenui e ribelli, attimi caratterizzati da incommensurabili vuoti interiori, paura, impotenza e smarrimento, avvicendamenti che indicano il passaggio all’età adulta. La donna è vista attraverso il rapporto che, nel corso del tempo, sviluppa con la parte più intima di sé, la propria sessualità e il proprio corpo costretto, nelle diverse fasi esistenziali, a subire mutamenti difficoltosi da accogliere o a divenire strumento di comunicazione sintomo, dunque, di un disagio che si muove dentro, la cui visione distorta racconta una dimensione estremamente fragile e problematica dell’Io. Poste innanzi alla complicanza nel relazionarsi all’altro e alla funzione che quest’ultimo esercita nello sviluppo o nella perdita di un’identità che ad esse appartiene, ogni singola figura, in questo lasso, emerge nella sua trasparenza, naturalezza, insicurezza, affamata d’affetto, calore e protezione, ma nel mentre pronta a dissociarsene in nome di autostima e sana indipendenza. Storie e vissuti di atavica cultura, in cui la psiche impone il riesame del rapporto con il materno, in uno silenzioso scontro che conduce al dialogo e alla condivisione reciproca. Sguardi fieri e apparentemente decisi si traducono in forme di tutela, quasi fossero maschere volte a nascondere la vulnerabilità dell’anima: un ulteriore mezzo per sentirsi al sicuro. In bilico, tra il tenace raggiungimento dell’invisibilità rispetto al mondo e la necessità, attraverso il cela
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Donatella Saligari Tecnica: Acrilico, oggetti trovati Anno: 2023 Descrizione: Quest’opera è un urlo di rabbia verso il modo in cui certi maschi vedono le donne ! Un grido di pretesa di rispetto !!
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Roberta Mancarella Tecnica: Olio Anno: 2024 Descrizione: L'opera è un ritratto femminile, una donna seduta su un prato con in mano una mela rossa, elemento simbolico permeato di valori positivi e negativi al tempo stesso e per questo, a mio parere, elemento di insuperato carisma. la presenza della mela rossa, pur nel tono silenzioso della rappresentazione, allude alla libertà di una donna di scandagliare le proprie profondità psico-emotive, la libertà di scegliere chi essere oltre la moralità comune.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 50 x 50 cm Descrizione: La luna serena e maestosa illumina le menti nel silenzio della notte.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 70 x 50 cm Descrizione: Il mondo che vorrei nasce dal desiderio di immaginare un luogo nuovo, dove la forza interiore diventa possibilità, azione, cambiamento. Tra gli spruzzi di colore — vivi, caotici, spontanei — emerge un profilo femminile definito da una linea bianca che attraversa la tela come un respiro. È una figura che non urla, ma afferma: Una donna che osserva, resiste, sogna e soprattutto decide di rinascere.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 70 x 50 cm Descrizione: Vibrazioni rappresenta il momento sospeso in cui due anime si sfiorano senza ancora toccarsi: l’attimo in cui nasce un’emozione, un’intuizione, un colpo di fulmine. I due profili — un uomo e una donna — sono separati da una linea fluida che vibra, come se lo spazio tra loro fosse carico di energia. Onde che si propagano, richiamando ciò che accade quando senti “qualcosa” per qualcuno, quando il cuore accelera e la percezione cambia. La rete nera che abbraccia l’opera non è elemento decorativo: diventa il simbolo della tensione, dell’attrazione, della forza invisibile che avvicina due corpi e due menti. È la metafora della connessione umana, della trama sottile che lega due persone prima ancora che se ne rendano conto.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 100 x 100 cm Descrizione: Come da bambini bastava un soffio per esprimere un desideri, oggi, quel soffio lo dedichiamo a un mondo senza guerra, senza violenza, senza bullismo. Un soffio che diventa invito a sognare insieme un futuro più luminoso.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 60 x 50 cm Descrizione: Linee d’oro emergono dal nero come pensieri che cercano respiro. La figura — indefinita, umana ma senza volto — si chiude in sé stessa, custodendo paure, ferite, silenzi. È un essere che vive il peso di ciò che non riesce a dire, intrappolato nella distanza tra il bisogno e la parola. “Chiedi” non è solo un titolo, ma un appello: a trovare il coraggio di chiedere aiuto e a chi osserva, di imparare a chiedere, prima che il dolore diventi invisibile. Ogni segno è una domanda, ogni riflesso una risposta.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2022 Dimensione: 100 x 100 cm Descrizione: Il primo bacio è l’istante in cui due volti si incontrano e tutto il resto del mondo svanisce. Nell’opera, le due figure stilizzate si intrecciano in un gesto sospeso, delicato, quasi trattenuto. Lo sfondo è composto da tutte le lettere dell’alfabeto, sparse, sovrapposte, imprevedibili. Sono lì a ricordare che quando c’è l’amore, esiste già tutto il linguaggio possibile: ogni lettera, ogni frase, ogni dichiarazione è potenzialmente contenuta in quel singolo istante.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista (colori acrilici, gesso, cotone) Anno: 2025 Dimensione: : 80 x 60 cm Descrizione: L’amore nel tempo presente: connesso ma distante, fragile e prigioniero del rumore della società. Un sentimento che resiste, ma che spesso cammina su strade parallele.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista (colori acrilici, gesso, cotone) Anno: 2025 Dimensione: : 80 x 80 cm Descrizione: Nel volto della donna si intrecciano pensieri e percorsi come in un labirinto. La luna, simbolo ciclico di trasformazione, cresce, cala, ritorna, diventa la sua interlocutrice silenziosa: un invito a confidarsi, a ritrovare sé stessa. ll filo rosso che attraversa il volto, non è altro che la soluzione per uscire dal labirinto e vuole rappresentare che c’è una via d’uscita verso la luce e la consapevolezza. Dillo alla Luna è così un dialogo con il tempo stesso: il tentativo umano di ritrovarsi, ancora una volta, nel chiarore del proprio ciclo interiore.
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Ekaterina Chorina Tecnica: Acrilico, Carta, Pennarello, Oggetti trovati, Decoupage Anno: 2025 Dimensione: 270 x 30 cm Descrizione: Non pensi al peggio quando ti allacci le cinture di sicurezza in auto, vero? Perciò,non pensi sempre al peggio e non sei sempre negativa, ne cinica, cattiva, matta, diffidente, strana, femminista di m*, pazzoide, stronza, meno donna, destinata a rimanere sola, non sei un sergente, un maschio, ne arrogante, stressata, non hai un brutto carattere, non sei da ricovero, non sei uno Sturmtruppen.. (fonte: sondaggio privato presso amici e conoscenti), se fossi attenta alle red flags e quindi ti allenassi mentalmente con costanza per essere in grado di difenderti, se rimanessi lucida anche se coinvolta sentimentalmente, se rimanessi vigile e “sveglia” anche se volessi lasciarti andare del tutto, se ti informassi sui propri diritti e come difenderli realmente, se sapessi a chi chiedere aiuto per davvero, se non ti fidassi mai troppo di nessuno, se contassi soprattutto su se stessa, se non ti confidassi del tutto con nessuno, se ti facessi le giuste conoscenze tipo un avvocato, se avessi un tuo escape plan economico pronto, se avessi sempre con te uno spray al peperoncino, se ti facessi dei corsi di arti marziali, se imparassi a ..sparare. Perchè alla fine sarai da sola a salvarti.You don't think of the worst when you fasten your seat belts in the car, do you? Therefore, You don't think always about the worst and you're not always negative, neither cynical, bad, crazy, suspicious, weird, f*ng feminist, crazy, bitch, less of a woman, destined to be alone, you're not a sergeant, a male, nor arrogant, stressed, you don't have a bad temper, you're not for hospitalization, you're not a Sturmtruppen.. (source: private survey among friends and acquaintances), if you were attentive to the red flags and therefore trained mentally with perseverance to be able to defend yourself, if you remained lucid even if emotionally involved, if you remained vigilant and "awake" even if you wanted to let yourself go completely, if you informed yourself about your rights and how to really defend them, if you knew who to ask for help for real, if you never trusted anyone too much, if you relied especially on yourself, if you didn't confide completely with anyone, if you made the right acquaintances like a lawyer, if you had your own money escape plan ready, if you always had a chili spray with you, if you took martial arts classes, if you learned ..to shoot. Because in essenze, you will be alone to save yourself.
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Sarah Di Marco Tecnica: Acrilico, Carta, Oggetti trovati, Plastica Anno: 2024 Dimensione: [senzacornice1] cm Descrizione: In “Stai zitta. Autoritratto, Vol.2” l’artista sceglie materiali semplici e corruttibili – cellophane, sale, carta – per costruire una superficie che è al tempo stesso pelle e specchio. La materia, increspata e irregolare, nasce dalla reazione tra la pellicola di plastica e i cristalli di sale, trasformandosi in una trama che cattura la luce e ne restituisce riflessi opachi. Al centro della composizione si apre un taglio orizzontale, riparato da spilli: uno sbocco precluso, una ferita mal cucita i cui margini sono tesi tra vulnerabilità e controllo. Non si tratta di una rappresentazione somatica ma di una immagine simbolica dell’identità: la dimensione dell’autoritratto si esprime fuori dal registro convenzionale, per collocarlo in uno spazio concettuale e materico. Il sé diventa pelle riflettente, ferita cucita, tensione tra visibilità e occultamento: un’immagine che interroga lo spettatore non su chi sia l’artista, ma su come ogni identità si componga di aperture e negazioni, fragilità e difese.
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La Principessa sul bidet Tecnica: Tecnica mista Anno: NDDimensione: 47 x 47 cm




















