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Nenna Tecnica: Illustrazione digitale Anno: 2024 Dimensione: 29,7 cm x 42 cm Descrizione: Illustrazione digitale: colazione con abbondanza di caffé.
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Valeria BelloroTecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. Un manifesto di unione tra elementi surreali e reali, tra città, natura e fantasia. Elementi diversi che convivono insieme in maniera armonica
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Elisa BellinoTecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. Nel pavimento della Galleria San Federico è raffigurato un toro stilizzato. Si dice che toccare o poggiare il piede sui genitali del toro, compiendo una leggera rotazione, porti fortuna. In questa illustrazione la fortuna vuole abbracciare le cose importanti della città sabauda: i locali sotto ai portici con le insegne vecchissime e bellissime, i tram storici, la fiat, e l'intramontabile aperitivo, con un certo gusto vintage, che a noi di Torino piace.
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Emanuela SanduTecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. L'illustrazione raffigura il Turin Dry Gin come un maestoso albero unico nel suo genere, le cui radici intrecciano sapientemente culture e sapori diversi. Dai suoi rami si dirama una giungla incantata, dove vivaci agrumi e delicate erbe come genziana e achillea emergono con eleganza. Questo scenario suggestivo richiama visivamente la ricchezza naturale e culturale che il gin rappresenta, celebrando l'armoniosa fusione di tradizioni e territori. La palette di colori, dominata da tonalità di blu, beige e giallo, evoca un'atmosfera raffinata e misteriosa, mentre una figura indistinta, immersa tra i rami, rappresenta l'anima di Torino, una città che accoglie e fonde culture diverse in un abbraccio armonioso. Questa figura enigmatica, senza un'identità definita, simboleggia l'inclusività e la diversità, entrambe caratteristiche di Torino. L'illustrazione vuole catturare il carattere forte e deciso del gin, trasmettendo al contempo un senso di pace e connessione con la natura, un invito a scoprire e assaporare le sfumature uniche del Turin Dry Gin.
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Tecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. L'etichetta del Turin Dry Gin è un viaggio attraverso le strade di Torino, catturando l'essenza magica della città sotto un cielo stellato. Al centro della scena, un tram storico numero 15, simbolo di movimento e scoperta, si dirige verso la maestosa Mole Antonelliana, che si erge luminosa come un faro dorato nella notte. Un gigantesco spicchio di limone, brillante e succoso, sovrasta la scena, suggerendo l'incontro perfetto tra il sapore agrumato del gin e la tradizione torinese. Il contrasto tra le tonalità calde della città e il blu profondo del cielo stellato crea un'atmosfera di mistero e fascino, invitando l'osservatore a immergersi nell'esperienza unica che solo Turin Dry Gin può offrire. La scritta "Distillerie Subalpine" in un'elegante cornice retrò racconta una storia di tradizione e maestria, radicata nel cuore di Torino dal 1920. Questa etichetta non è solo un ornamento, ma una finestra su un mondo dove ogni sorso di gin è un passo nel passato e un brindisi al futuro.
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Santoro Tecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. L’etichetta cattura lo spirito del cittadino torinese attraverso un vibrante “tappeto di significati”. I tori, simbolo iconico di forza e resistenza, si mostrano in un flusso dinamico di colori che rappresentano la fusione di energie positive e negative, un equilibrio eterno che risuona con l’anima urbana. Come una “base di combinazione botanica”, i colori si intrecciano per evocare la complessità e la ricchezza dell’esperienza sensoriale di un gin artigianale. Il design, colto ed enigmatico, richiama “quel primo che non si raggiunge mai”: l’oggetto del desiderio che spinge a migliorarsi costantemente. Ogni figura e tratto sono carichi di simbolismo, riflettendo la diversità e la profondità delle storie personali di Torino. Così, l’etichetta va oltre la sua funzione pratica, diventando un’opera d’arte che dialoga con chi la osserva. Poesia del design: Torino vibra in un tappeto eterno, tori alati di forza e mistero, colori che si scontrano, energia e calma, equilibrio nella tempesta, vita nell’anima. Echi botanici risuonano profondi, un culto al gusto che accende il mondo. Un oggetto di sogni che non si raggiunge, specchio dell’anima, la sua bilancia eterna.
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Bianca Ricci Tecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. Il Toro rampante, simbolo della città, è avvolto da un mix di sapori. Insieme a questi si mescola, fondendosi e aprendo le danze alla scoperta del gusto deciso del Turin Dry Gin.
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Luca Sensi Tecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. Questa soluzione è caratterizzata da un design colorato e simbolico, con un forte richiamo alla città di Torino e alla natura. Al centro spicca una grande sagoma gialla di un toro stilizzato con all'interno la sagoma della Mole Antonelliana e un pattern di piante ed erbe alpine piemontesi, che richiamano gli ingredienti utilizzati nella produzione del gin. Lo sfondo blu scuro include un pattern di agrumi che aggiunge profondità e interesse visivo. L'uso dei colori vivaci (giallo, blu e bianco) e degli elementi naturali crea un'etichetta accattivante e moderna, con riferimenti al territorio e agli ingredienti tradizionali.
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Señorita Friperie Tecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. Questa etichetta, realizzata con la tecnica del collage digitale surreale, celebra la cultura sabauda e il Turin Dry Gin attraverso una composizione simbolica e narrativa. La tuffatrice, simbolo di audacia e trasformazione, si immerge nella cultura sabauda e nel gin, servito in un bicchiere ispirato alla Mole Antonelliana. Il bicchiere è decorato con una fetta d’arancia (omaggio agli agrumi pugliesi) e una stella alpina, che richiama le erbe piemontesi e le distillerie subalpine. Le colonne della Basilica di Superga, altro iconico simbolo di Torino, sostengono la tuffatrice, legandola saldamente alla città. Lo sfondo montano richiama il panorama visibile da Torino, mentre il pianeta Terra sullo sfondo rappresenta il melting pot culturale e il rispetto per la sostenibilità, valori centrali del prodotto. La luna in primo piano suggerisce l’altra dimensione di sogno e ispirazione in cui il gin ci trasporta. Il mood del collage, con il suo stile retrò e vintage, richiama il 1920, anno di fondazione delle Distillerie Subalpine, unendo passato e presente in un omaggio artistico alla città e al suo spirito innovativo.
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Lindi Op. Tecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. La "sabaudità" è un sentimento di appartenenza spontanea che fa sentire Torino come casa, anche per chi non vi è nato, creando un legame fatto di storia, eleganza e quel tocco unico che solo questa città può offrire. Elementi grafici del progetto: * La protagonista centrale è un personaggio iconico e intrigante: una figura femminile dallo sguardo magnetico, arricchita da elementi che la rendono unica, come i baffi, simbolo della sabaudità e di un'ironia elegante e distintiva. Questo contrasto rappresenta perfettamente l'essenza di Torino: raffinata, ma con un carattere inaspettato. * Lo sfondo Botanico diventa la sua cornice, fatta di erbe alpine e bacche di ginepro, ingredienti principali del gin. * Agrumi e dettagli floreali incorniciano il volto della protagonista, evocando la freschezza e la complessità degli aromi del gin. * Palette di Colori: Toni pastello e contrasti decisi creano un equilibrio visivo che comunica artigianalità e modernità. * Tipografia: Il font scelto per "Turin Dry Gin" è elegante e senza tempo, aggiunge un tocco vintage, enfatizzando l'eredità storica del prodotto. Significato Simbolico: L'etichetta è un omaggio alla dualità di Torino: una città che combina tradizione e innovazione, rigore e creatività. I baffi sabaudi sulla figura femminile rappresentano l'idea che la sabaudità non ha confini di genere, provenienza o identità. Questo dettaglio vuole sottolineare che chiunque, vivendo Torino, può sentirsi sabaudo, abbracciando un senso di appartenenza universale. Conclusione: Questa etichetta è un invito a scoprire e vivere Torino anche attraverso i sapori del suo gin, celebrando quel senso di appartenenza che solo la "sabaudità" può offrire.
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Massimiano Mutarelli Tecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. Per creare questa etichetta ho rielaborato i colori della bandiera del Regno sabaudo – poi diventati i colori della bandiera italiana dal 1861 – e l'immagine del re Vittorio Emanuele II, celebrato in ogni città del Paese ma soprattutto a Torino, dove una sua statua svetta dalla vertiginosa altezza di 39 metri. E' dunque una grafica che serve per celebrare l'eleganza, l'importanza e la profonda impronta "sabauda" nella cultura della Penisola.
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Caterina Graziosi Tecnica: Carta poster Anno: 2025 Dimensione : 70 × 100 cm Descrizione: L’opera è stata realizzata in occasione della terza edizione Call for Artist “Crea l’etichetta per il Turin Dry Gin“, lanciata da Artàporter in collaborazione con Distillerie Subalpine, e selezionata tra le 15 etichette finaliste del Contest. Gli elementi grafici -alcuni moderni e stilizzati, altri dal fascino retrò- rappresentano il condensato del concept del GIN: il volto Rinascimentale di Re Umberto prende il volo come una mongolfiera, sorregge una sedia da bar (a rappresentare i caratteristici bar-salotti eleganti di Torino) che ospita un piccolo avventore con un bicchiere in mano, e sorvola la città, rappresentata dalla Mole e dal Ponte sul Po. Una immagine stilizzata della pianta di ginepro sottolinea il carattere botanico ricercato del prodotto.
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Simone Martinotta Tecnica: Digitale Anno: 2023-24 Concept In un Universo sempre più digitale, all'interno del quale le singole identità si presentano come non facilmente distinguibili, che ruolo assume il singolo inteso nella sua fittizia unicità?
E' così che il lavoro tenta di indagare il tema della spersonalizzazione della persona all’interno del Mondo virtuale, mediante una componente grafica particellare che si va lentamente a sfaldare per poi ricomporsi nell'essenza del corpo fisico appartenente alla dimensione quotidiana.
All’interno di questa dinamica mutevole l’Uomo si pone in una condizione flessibile ma allo stesso tempo alquanto fragile, uno stato dal quale è molto difficile emergere senza essere sopraffatti da quella che è una realtà creata artificialmente dall’essere umano stesso.
Sinossi
Riprendendo il concetto di “Modernità liquida” teorizzato dal celebre filosofo tedesco Martin Heidegger ed in seguito sdoganato dal sociologo polacco Zygmunt Bauman, il lavoro in questione si pone come una vera e propria messa in discussione della civiltà contemporanea.
Risulta essere infatti innegabile la dimensione virtuale parallela nella quale viviamo le nostre quotidianita ed oggi più che mai, proprio a causa dello sviluppo di una seconda identità nell’Universo digitale, appare di notevole importanza svolgere attività che mettano in discussione un Mondo apparentemente così perfetto che noi stessi
abbiamo deciso di creare.
Questa dimensione parallela ricopre oggi un ruolo di fondamentale importanza all’interno del contesto del vissuto quotidiano; basti pensare alla semplice socializzazione o alle numerose posizione lavorative da remoto rese disponibili dalle varie aziende che operano nei più disparati settori. Sono queste infatti le operazioni che inducono giornalmente ad interfacciarsi con strumenti tecnologici, apparecchi che inconsapevolmente diventano il fulcro dell’esistenza del singolo e delle relazioni che intraprende con il circostante.
È proprio all’interno di questo liquido contesto, una realtà mutevole illusoria ma allo stesso tempo in grado di conferirci un’ apparente maggiore stabilità, che si colloca Shifting Slves.
Da un intraducibile concetto di “Se stessi mutevoli” oppure “Il proprio Io mutevole” l’opera tenta di stabilire un rapporto tra una realtà fisica ed una parallela virtuale, un mosaico di vite difficile da coincidere e, proprio per questo motivo, che si traduce in un continuo randomico movimento della propria persona nell’etere.
All’interno di questa realtà la figura umana, riportata nell’Universo digitale mediante una scansione, viene interpretata da una componente particellare che tende ad evidenziare in maniera ancora più consistente l’effimero che la caratterizza e manipolata in maniera permanente mediante un processo fisico che cerca vanamente di ristabilire l’ordine primario che caratterizza la vera essenza dell’Uomo. -
Rv48 Tecnica: NFT Anno: 2024 Descrizione: Immagine raster generata da Visjar GPT che utilizza una equasione basata su Pi Greco, copiata e girata di 1 grado e sovvraposti, a esprimere la materia nera che combace all'aurea esistenziale. . Un lavoro che scava nel tempo, nell’amore e nella memoria. Tra fiori di primavera, in un campo sotto il cielo di maggio, si consuma l’amore tra i due protagonisti. Un amore delicato e passionale al tempo stesso, riversato nella natura che li circonda, che non è solo il mero sfondo delle vicende, ma parte integrante di una storia legata alla terra, alla rinascita primaverile, ai campi dove trova svolgimento. Tra papaveri, sulle, margherite, protetti dal mondo esterno che pare non esistere neppure, due giovani si amano di un amore viscerale, a tratti disperato. Non sappiamo nulla di loro e delle vicissitudini che li hanno condotti in quel campo, a maggio. E non ci serve saperlo. Bastano i loro abbracci, i loro volti, le immagini eteree dei loro corpi per sempre trattenuti in quel luogo, in quel tempo divenuto senza tempo. La terra conserva memoria di ciò che è avvenuto e si fa complice nel preservare il ricordo e richiamarlo alla memoria. Questa è la loro vittoria. Perché ciò che è accaduto è accaduto per l’eternità. La loro essenza rimane. Sempre e per sempre. Nell’energia della terra. In un campo. A maggio.
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Paola Tornambè Tecnica: Digitale, Bianco e nero, Foto Anno: 2021 Descrizione: L'opera appartiene ad un più ampio lavoro dall'omonimo titolo, dedicato alla "Caroline Branson" del famoso fotografo Mario Giacomelli, a sua volta ispirato da "Spoon River Anthology" di Edgar Lee Masters. Un lavoro che scava nel tempo, nell’amore e nella memoria. Tra fiori di primavera, in un campo sotto il cielo di maggio, si consuma l’amore tra i due protagonisti. Un amore delicato e passionale al tempo stesso, riversato nella natura che li circonda, che non è solo il mero sfondo delle vicende, ma parte integrante di una storia legata alla terra, alla rinascita primaverile, ai campi dove trova svolgimento. Tra papaveri, sulle, margherite, protetti dal mondo esterno che pare non esistere neppure, due giovani si amano di un amore viscerale, a tratti disperato. Non sappiamo nulla di loro e delle vicissitudini che li hanno condotti in quel campo, a maggio. E non ci serve saperlo. Bastano i loro abbracci, i loro volti, le immagini eteree dei loro corpi per sempre trattenuti in quel luogo, in quel tempo divenuto senza tempo. La terra conserva memoria di ciò che è avvenuto e si fa complice nel preservare il ricordo e richiamarlo alla memoria. Questa è la loro vittoria. Perché ciò che è accaduto è accaduto per l’eternità. La loro essenza rimane. Sempre e per sempre. Nell’energia della terra. In un campo. A maggio.
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Paola Tornambè Tecnica: Digitale, Bianco e nero, Foto Anno: 2021 Descrizione: L'opera appartiene ad un più ampio lavoro dall'omonimo titolo, dedicato alla "Caroline Branson" del famoso fotografo Mario Giacomelli, a sua volta ispirato da "Spoon River Anthology" di Edgar Lee Masters. Un lavoro che scava nel tempo, nell’amore e nella memoria. Tra fiori di primavera, in un campo sotto il cielo di maggio, si consuma l’amore tra i due protagonisti. Un amore delicato e passionale al tempo stesso, riversato nella natura che li circonda, che non è solo il mero sfondo delle vicende, ma parte integrante di una storia legata alla terra, alla rinascita primaverile, ai campi dove trova svolgimento. Tra papaveri, sulle, margherite, protetti dal mondo esterno che pare non esistere neppure, due giovani si amano di un amore viscerale, a tratti disperato. Non sappiamo nulla di loro e delle vicissitudini che li hanno condotti in quel campo, a maggio. E non ci serve saperlo. Bastano i loro abbracci, i loro volti, le immagini eteree dei loro corpi per sempre trattenuti in quel luogo, in quel tempo divenuto senza tempo. La terra conserva memoria di ciò che è avvenuto e si fa complice nel preservare il ricordo e richiamarlo alla memoria. Questa è la loro vittoria. Perché ciò che è accaduto è accaduto per l’eternità. La loro essenza rimane. Sempre e per sempre. Nell’energia della terra. In un campo. A maggio.