Arteaporte
  • Edoardo Folli Tecnica: Mixed Media: fotografia e disegno Anno: 2025 Dimensione: 50cm x 32cm Descrizione: Il lavoro nasce per ricordare migliaia di vite che ogni anno finiscono nel nostro mare, a cui oggi si aggiungono i diritti che da ormai da troppo tempo, in quel profondo mare blu intenso pieno di cadaveri, sono stati portati via all'umanità.  
  • Edoardo Folli Tecnica: Mixed Media: fotografia e disegno Anno: 2025 Dimensione: 50cm x 32cm Descrizione: Il lavoro nasce per ricordare migliaia di vite che ogni anno finiscono nel nostro mare, a cui oggi si aggiungono i diritti che da ormai da troppo tempo, in quel profondo mare blu intenso pieno di cadaveri, sono stati portati via all'umanità.  
  • Alex Pauwels   Tecnica: Photography in camera with blurry motion Anno: 2025 Dimensione: 70×50cm Descrizione: t is a rainy day where you travel to your dreams to the sun in your mind and you need to follow the rails and yje cord of your pad and enjoy your learning process
  • Corrado

      Tecnica: Tecnica mista su legno Anno: 2025 Dimensione: 45,3 cm x 26 cm Descrizione: Sostanzialmente un modo per descrivere l'emotività del gesto della protagonista della vicenda classica, nel momento della dipartita. Quando (a mia interpretazione) la protagonista si sarà resa conto che l'unica scelta era quella del suicidio, sul suo volto ho immaginato potesse avere quell'espressione di strazio ed esasperazione.  
  • Angoscia

    362,50 

    Remigio Fabris

      Tecnica: Acrilico su fotografia Anno: 2021 Dimensione: 15×10 cm Descrizione: Il dolore che a volte portiamo dentro di noi ma che gli altri da fuori non vedono.  
  • Remigio Fabris

      Tecnica: Acrilico su fotografia Anno: 2022 Dimensione: 15×10 cm Descrizione: I giorni funesti della nostra vita lasciano un'impronta indelebile sulla nostra anima e sul nostro volto. Le esperienze dolorose e le sofferenze che abbiamo attraversato creano una visione distorta e cupa del mondo, come se una nube oscura avesse velato la luce del sole. Questi segni indelebili non solo segnano il nostro viso, ma anche la nostra mente e il nostro cuore, influenzando il modo in cui percepiamo noi stessi e il mondo intorno a noi.
  • Nad.ine

    507,00 
    SgruFaCose   Tecnica: fotografia istantanea polaroid, manipolazione post sviluppo con candeggina Anno: 2023 Dimensione:  8,8 x 10,7 cm Descrizione: Nad.ine è parte di una serie di scatti che nel 2023 hanno segnato una delle mie prime collettive in assoluto, a Venezia. Insieme alla Modella, attrice, mimo e clown professionista Nadine Tarantino ed alla collaborazione con la Fratelli Bonfanti bottoni di Torino, (azienda manifatturiera storica per la produzione di bottoni e leader italiana del settore), abbiamo esplorato lo spirito voyeuristico che lega e regala all'uomo l'abbellimento del corpo femminile con oggetti d'arte, fibbie o bottoni d'oro che siano, portandolo nel "dietro le quinte" quando prima dello show in un bagno di cui si nota sullo sfondo uno scalcinato calorifero, si può giocare, ci si può divertire con spirito fanciullesco, innocente e bambino mentre ci "si prepara per l'uomo"... la maschera può aspettare... perché il bagno è occupato.
  • Trama di silenzi

    435,00 
    Filly Fiordaliso   Tecnica: Fotografia digitale Anno: 2017 Dimensione: 60X55 cm Descrizione: Quest’opera appartiene alla mia serie Bambole, nata nel 2017. Con questa immagine ho voluto esplorare la complessità del legame che ogni donna ha con la propria storia, il proprio corpo, il proprio percorso di crescita. Un legame intimo e silenzioso, ma profondamente eloquente. Lo scatto, in bianco e nero, ritrae una giovane donna stretta in un abbraccio con una bambola: un gesto che racchiude protezione, identificazione e memoria. Qui, più che mai, la figura umana si fonde visivamente ed emotivamente con l’oggetto che stringe tra le braccia, fino a diventarne eco, proiezione, doppio. L’abito ricamato della ragazza, la delicatezza della sua pelle, lo sguardo sospeso e velato da una malinconia silenziosa, costruiscono una composizione armoniosa che richiama i tratti stessi della bambola. La ragazza non abbraccia solo un oggetto dell’infanzia: abbraccia una parte di sé. È lei stessa bambola riposta, figura simbolica che conserva i sogni, le fragilità e la bellezza intatta del tempo che passa. Le mani si chiudono con dolce fermezza, a protezione di quel legame profondo e intimo che parla di memoria, identità e tenerezza. La bambola non è soltanto un oggetto: è un testimone silenzioso, un compagno d’anima, un riflesso. Lo sfondo nero, segnato da graffi e imperfezioni, rompe la neutralità visiva per divenire spazio della memoria: superficie vissuta, come la pelle, come la storia. È lì che si incide il tempo, che si proietta la solitudine o il ricordo di un legame, o forse il desiderio di restare aggrappati a qualcosa che ci ha formati. Quest’opera vuole raccontare il legame profondo tra ciò che siamo e ciò che abbiamo custodito. Tra la donna adulta e la bambina che è stata. Tra il presente e una dolce assenza.
  • LEGAMI

    290,00 
    Filly Fiordaliso   Tecnica: Fotografia digitale Anno: 2016 Dimensione: 50X40 cm Descrizione: In quest’opera ho voluto rappresentare il lato più intenso e controverso del legame amoroso. Due corpi nudi, esposti, si fondono in un abbraccio che è al tempo stesso intimo e potenzialmente pericoloso. L’uomo impugna una katana, la lama sfiora il corpo della donna, ma non colpisce. È un gesto sospeso, carico di tensione, che racconta di quanto l’amore possa essere totalizzante, a volte persino tagliente. Eppure, non c’è violenza. C’è potere, ma è trattenuto. C’è forza, ma è consapevole. C’è vicinanza, ma anche mistero. Ho scelto la katana proprio per questo: non è una semplice arma, ma un simbolo di disciplina, onore e controllo. Nella cultura giapponese rappresenta una forza precisa, silenziosa, rispettosa. In questo scatto, la katana diventa metafora del legame amoroso quando è vissuto nella sua profondità: un rapporto in cui si ha il potere di ferire, ma si sceglie di proteggere. La lama non divide, ma unisce. Segna una linea invisibile tra l’istinto e la scelta, tra il desiderio e la responsabilità. È il filo sottile su cui si regge un amore maturo, che conosce il peso delle emozioni ma sa trasformarle in rispetto reciproco. Questo è il mio sguardo sul legame: un equilibrio delicato tra vulnerabilità e forza, tra vicinanza e libertà.
  • Lucia Caputo   Tecnica: fotografica con post digitale Anno: 2024 Dimensione: 40×60 cm Descrizione: AMORE LIQUIDO / Il Dilemma e' un progetto fotografico che vuole raccontare relazioni e legami di coppia. In particolare pone l'attenzione sulla diversita' dei sentimenti che attraversano due persone che fanno parte di un legame , la storia , traumi , atteggiamenti e aspettative che ognuno di noi mette nel rapporto con l'altro.
  • Lucia Caputo   Tecnica: fotografica con post digitale Anno: 2024 Dimensione: 40×60 cm Descrizione: AMORE LIQUIDO / Il Dilemma e' un progetto fotografico che vuole raccontare relazioni e legami di coppia. In particolare pone l'attenzione sulla diversita' dei sentimenti che attraversano due persone che fanno parte di un legame , la storia , traumi , atteggiamenti e aspettative che ognuno di noi mette nel rapporto con l'altro.
  • Lucia Caputo   Tecnica: fotografica con post digitale Anno: 2024 Dimensione: 40×60 cm Descrizione: AMORE LIQUIDO / Il Dilemma e' un progetto fotografico che vuole raccontare relazioni e legami di coppia. In particolare pone l'attenzione sulla diversita' dei sentimenti che attraversano due persone che fanno parte di un legame , la storia , traumi , atteggiamenti e aspettative che ognuno di noi mette nel rapporto con l'altro.
  • Born

    333,00 
    Nadia Musmeci   Tecnica: Fotografia digitale / bianco e nero Anno: 2023 Dimensione: 40×30 cm Descrizione: “L’atto del nascere è il filo sottile di un legame invisibile che separa e unisce: ci separa dal grembo da cui veniamo ma unisce indissolubilmente al misterioso mondo verso cui ci proiettiamo”.
  • Osmosi

    362,00 
    Nadia Musmeci   Tecnica: Fotografia digitale / bianco e nero Anno: 2025 Dimensione: 60×40 cm Descrizione: Ci leghiamo così tanto alle cose di questo mondo da dimenticare le leggi dell’universo, da dimenticare che la nostra esistenza è legata all’esistenza di altri esseri, da dimenticare che ogni istante della nostra vita si disperde nel vento, sfuma tra i contorni delle cose che prima ci apparivano definite e invece poi svaniscono nel nulla. È in questa prospettiva di reciproca Osmosi tra ciò che ci circonda e il proprio mondo interiore che si definisce il nostro stare al mondo. Ogni pensiero che ci attraversa, che si annida nella mente umana a cui si dedica attenzione, è come un filo invisibile di luce ed energia che ci distoglie dall’immenso frastuono della modernità e ci lega a qualcosa di più grande e profondo”.
  • Grafting

    362,00 
    Nadia Musmeci   Tecnica: Fotografia digitale / bianco e nero Anno: 2025 Dimensione: 60×40 cm Descrizione: “Secondo l’antica pratica della silvoterapia, gli alberi hanno anima, emozioni e sentimenti, comunicano tra loro e si proteggono. L’uomo contemporaneo, abituato ormai a vivere immerso nel frastuono di una società sempre più frenetica, può riscoprire il suo contatto primordiale con la natura ed entrare in connessione con gli alberi, con il loro mondo di energia toccando, abbracciando o ascoltando l'essenza. Se l’individuo può assorbirne le energie positive, la cura della propria dimensione interiore è possibile attraverso una ritrovata e totale comunione con la natura; uno scambio che nasce da un contatto da cui si instaura un legame invisibile e profondo, non soltanto fisico ma soprattutto emotivo e spirituale. Tratte le qualità pregiate di un albero, il mutamento dell’individuo riflette gli effetti benefici in sé stesso e nel suo vivere nella società. Nello scatto, le due anime si incontrano per far parte di una stessa struttura: l’individuo; elemento costitutivo di una realtà più complessa che è l’Universo”.
  • Federica Flore   Tecnica:Fotografia Anno: 2023-2025 Dimensione: 10cmX15cm Descrizione: <<Rimasto vuoto uno spazio nella verità vissuto del momento ora trascorso in un passato che indica una geografia emotiva interiore come ciò che sei rimasta come ciò che hai edificato il presente che sei. Pietre antiche di un borgo arroccato un letto un tavolo una terrazza sul vuoto la valle delinea i profili ordito di un tempo nella confidenza del sé narrato nel suono rinnovato mosso silenzio apparente intenzione di una storia che ti ha portata fin qui dove ora rimani fissa a ricordare il tuo opaco ricordo personale il tuo specchio vitale il tuo luogo non più così lontano.>> SONO STATA UN PENSIERO DISTANTE Il formato di questa serie di fotografia poetica riprende quello delle cartoline per garantire l’importanza dell’immagine come simbolo di legami, relazioni che travalicano lo spazio e consegnano una misura del tempo immaginaria, soggettiva, fatta solo dell’emozione passata, sovrapposta a quella presente. Tutti hanno avuto una stanza del passato ancorata dentro di sé, che narra di una porzione della propria presenza nel mondo, che porta il ricordo non solo in una direzione, ma che funge da snodo, da crocevia per una rete di connessioni aperte ad una geografia emotiva sempre in continuo mutamento. Sebbene l’immagine appaia formalmente fissa, è possibile scorgere al suo interno un gioco prospettico dettato dall’esperienza che ne attraversa tutte le componenti, bilanciando la connessione tra l’osservatore e se stesso, tra l’osservatore e la luce, tra l’osservatore e la fotografa: tutte relazioni, queste, sviluppate sul piano dell’intimità.
  • Federica Flore   Tecnica:Fotografia Anno: 2023-2025 Dimensione: 10cmX15cm Descrizione: <Rimasto vuoto uno spazio nella verità vissuto del momento ora trascorso in un passato che indica una geografia emotiva interiore come ciò che sei rimasta come ciò che hai edificato il presente che sei. Pietre antiche di un borgo arroccato un letto un tavolo una terrazza sul vuoto la valle delinea i profili ordito di un tempo nella confidenza del sé narrato nel suono rinnovato mosso silenzio apparente intenzione di una storia che ti ha portata fin qui dove ora rimani fissa a ricordare il tuo opaco ricordo personale il tuo specchio vitale il tuo luogo non più così lontano.>> SONO STATA UN PENSIERO DISTANTE Il formato di questa serie di fotografia poetica riprende quello delle cartoline per garantire l’importanza dell’immagine come simbolo di legami, relazioni che travalicano lo spazio e consegnano una misura del tempo immaginaria, soggettiva, fatta solo dell’emozione passata, sovrapposta a quella presente. Tutti hanno avuto una stanza del passato ancorata dentro di sé, che narra di una porzione della propria presenza nel mondo, che porta il ricordo non solo in una direzione, ma che funge da snodo, da crocevia per una rete di connessioni aperte ad una geografia emotiva sempre in continuo mutamento. Sebbene l’immagine appaia formalmente fissa, è possibile scorgere al suo interno un gioco prospettico dettato dall’esperienza che ne attraversa tutte le componenti, bilanciando la connessione tra l’osservatore e se stesso, tra l’osservatore e la luce, tra l’osservatore e la fotografa: tutte relazioni, queste, sviluppate sul piano dell’intimità.
  • Federica Flore   Tecnica:Fotografia Anno: 2013-2025 Dimensione: 10cmX15cm Descrizione: <<Rimasto vuoto uno spazio nella verità vissuto del momento ora trascorso in un passato che indica una geografia emotiva interiore come ciò che sei rimasta come ciò che hai edificato il presente che sei. Pietre antiche di un borgo arroccato un letto un tavolo una terrazza sul vuoto la valle delinea i profili ordito di un tempo nella confidenza del sé narrato nel suono rinnovato mosso silenzio apparente intenzione di una storia che ti ha portata fin qui dove ora rimani fissa a ricordare il tuo opaco ricordo personale il tuo specchio vitale il tuo luogo non più così lontano.>> SONO STATA UN PENSIERO DISTANTE Il formato di questa serie di fotografia poetica riprende quello delle cartoline per garantire l’importanza dell’immagine come simbolo di legami, relazioni che travalicano lo spazio e consegnano una misura del tempo immaginaria, soggettiva, fatta solo dell’emozione passata, sovrapposta a quella presente. Tutti hanno avuto una stanza del passato ancorata dentro di sé, che narra di una porzione della propria presenza nel mondo, che porta il ricordo non solo in una direzione, ma che funge da snodo, da crocevia per una rete di connessioni aperte ad una geografia emotiva sempre in continuo mutamento. Sebbene l’immagine appaia formalmente fissa, è possibile scorgere al suo interno un gioco prospettico dettato dall’esperienza che ne attraversa tutte le componenti, bilanciando la connessione tra l’osservatore e se stesso, tra l’osservatore e la luce, tra l’osservatore e la fotografa: tutte relazioni, queste, sviluppate sul piano dell’intimità.
  • Sara Pignatti   Tecnica:  Polaroid con manipolazione attraverso filo Anno: 2024 Dimensione: 10.5 cm x 8.5 cm Descrizione:
  • Sara Pignatti   Tecnica:  Polaroid con manipolazione attraverso filo Anno: 2024 Dimensione: 10.5 cm x 8.5 cm Descrizione:
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