Arteaporte
  • Valeria Frongia
    Tecnica: Acrilico su tela
    Anno: 2025
    Dimensione:  90×65 cm
    Descrizione:
    Ogni uomo crea le sue paure
    Ogni artista affronta le sue
    Un giocoliere senza mani lancia teschi lucenti al posto di clave
    Una danzatrice fluttua come una marionetta spezzata, con nastri rossi che sembrano sangue
    Un cantastorie sussurra storie ai bambini con occhi troppo grandi e vuoti
    Sui muri crepati, writers disegnano graffiti che si animano, raccontando sogni e incubi.
  • Valeria Frongia
    Tecnica: Olio su tela
    Anno: 2024
    Dimensione: 70 x 100 cm
  • Valeria Frongia
    Tecnica: Mista (con foglie d’oro e cornice di pelle di riciclo)
    Anno: 2025
    Dimensione: 50 x 70 cm
    Descrizione:
    Muretti a secco, Figu Morisca (Fichi d'India) e sole infuocato, un'immagine della Sardegna che ha sempre qualcosa da rivelare.
    Usato anche come barriera tagliafuoco.
    Le spine difendono la dolcezza di quei frutti aggrappati a delle foglie ancora più spinose.
    Questo frutto è anche un simbolo di resistenza e adattabilità, riflettendo lo spirito di chi ha saputo prosperare in un ambiente spesso difficile.
    Una protezione che incuta timore per difendere qualcosa di così dolce e dalle mille proprietà, senza pretese, solo la necessità di luce e calore.
    Il quadro fa parte della Serie Janas.
  • Sulle uova_Anime

    267,00 
    Valeria Frongia
    Tecnica: Mista con materiale di riciclo su tela
    Anno: 2025
    Dimensione: 40 x 58 cm, quadro scultura
    Descrizione:
    Camminava sulle uova intrappolata in quella relazione erano così fragili e allo stesso tempo così taglienti la paura di dire la paura di non dire si sentiva soffocare ingabbiata in una rete di fallimento era diventata così flebile con le ultime forze la strappò con le ultime forze si salvò  
  • DCA_Anime

    178,00 
    Valeria Frongia
    Tecnica: Tecnica mista con materiale di riciclo su tela
    Anno: 2025
    Dimensione: 80 x 40 cm, quadro angolare
    Descrizione:
    La prospettiva è solo la tua Quando abbassi lo sguardo e vedi la pancia che spunta sull’ago della bilancia Quando alzi lo sguardo per guardarti allo specchio e vorresti che la tridimensionalità non esistesse Sei come un'equilibrista sul sottile filo d’acciaio dei macro Ma nel profondo sai che sei all’angolo con te stessa E ti ripeti "Tanto domani non mangio"
  • Vigilia ’24

    800,00 
    Valeria Frongia
    Tecnica: Olio su tela con applicazione di sughero
    Anno: 2024
  • Air_Elements

    137,00 
    Valeria Frongia
    Tecnica:  Liquitex Basics Acrylic Fluid su tela
    Anno: 2024
    Dimensione: 25 x 30 cm
  • Earth_Elements

    137,00 
    Valeria Frongia
    Tecnica:  Liquitex Basics Acrylic Fluid su tela
    Anno: 2024
    Dimensione: 25 x 30 cm
  • Water_Elements

    137,00 
    Valeria Frongia
    Tecnica:  Liquitex Basics Acrylic Fluid su tela
    Anno: 2024
    Dimensione: 25 x 30 cm
  • Fire_Elements

    137,00 
    Valeria Frongia
    Tecnica:  Liquitex Basics Acrylic Fluid su tela (Liquitex Basics Stretched Canvas)
    Anno: 2024
    Dimensione: 25 x 30 cm
  • In Utero

    199,00 
    Valeria Frongia  
    Tecnica:  Liquitex Basics Acrylic Fluid su tela (Liquitex Basics Stretched Canvas)
    Anno: 2024
    Dimensione: 20 x 20 cm
    Descrizione: mmagina di guardarti dentro Immagina di poter vedere quello che senti Come fosse in TV Quando provi dolore Quando ti si spezza il cuore Quando esplodi di rabbia Una radiografia delle emozioni Un test di Rorschach Ti senti fluire Vorresti delle risposte? Perché provi dolore Perché ti si spezza il cuore Perché esplodi di rabbia Vorresti solo una pausa per rimetterti a fuoco
  • Heartbroken

    199,00 
    Valeria Frongia  
    Tecnica:  Liquitex Basics Acrylic Fluid su tela (Liquitex Basics Stretched Canvas)
    Anno: 2024
    Dimensione: 20 x 20 cm
    Descrizione: mmagina di guardarti dentro Immagina di poter vedere quello che senti Come fosse in TV Quando provi dolore Quando ti si spezza il cuore Quando esplodi di rabbia Una radiografia delle emozioni Un test di Rorschach Ti senti fluire Vorresti delle risposte? Perché provi dolore Perché ti si spezza il cuore Perché esplodi di rabbia Vorresti solo una pausa per rimetterti a fuoco
  • Skull on Fire

    199,00 
    Valeria Frongia  
    Tecnica:  Liquitex Basics Acrylic Fluid su tela (Liquitex Basics Stretched Canvas)
    Anno: 2024
    Dimensione: 20 x 20 cm
    Descrizione: mmagina di guardarti dentro Immagina di poter vedere quello che senti Come fosse in TV Quando provi dolore Quando ti si spezza il cuore Quando esplodi di rabbia Una radiografia delle emozioni Un test di Rorschach Ti senti fluire Vorresti delle risposte? Perché provi dolore Perché ti si spezza il cuore Perché esplodi di rabbia Vorresti solo una pausa per rimetterti a fuoco
  • Valeria Frongia Tecnica: Olio su tela con applicazione di sughero Anno: 2024 Dimensione 65x90 cm  
  • Valeria Frongia Tecnica: Olio su tela con applicazione di foglie d’oro, d’argento e rame Anno: ND Dimensione 50 x 70 cm Descrizione: Perché ciò che è mistero da sempre attrae? Perché un luogo attorno al quale girano delle leggende è sempre più affascinante? Perché crediamo ai fenomeni paranormali e ai fantasmi? Le storie e leggende che accompagnano la storia della Rocca di Arignano sono molteplici e tutte lasciano col fiato sospeso: fantasmi, epidemie scampate e tesori nascosti. Si narra infatti che la rocca fu abitata intorno alla fine del XIV secolo da una coppia di giovani sposi, e che il marito nutrisse una forte gelosia nei confronti della consorte. Il racconto dice che un giorno, in preda ad un raptus di follia, il giovane strangolò la propria sposa e ne gettò il cadavere in fondo ad un pozzo. Da allora si racconta che il fantasma della donna vaghi per Arignano e che addirittura al tramonto si affacci alla finestra più alta del castello. Nelle leggende e nelle mitologie di tutto il mondo è sempre per una buona ragione che i fantasmi infestano un luogo. Appaiono per ricordare a tutti che, in un dato momento della storia, in quel luogo è avvenuto un fatto grave e cruento; Sono un promemoria, il segno che il senso della morale, soprattutto quella offesa, sopravvive ai delitti. E rimane per chiedere giustizia. O almeno, un ricordo di compassione. Un altra formidabile leggenda legata a questo luogo vede come protagonista il noto alchimista medioevale Cagliostro. Si dice che all’interno della struttura lo studioso lavorò alla realizzazione della pietra filosofale, pietra capace di trasformare qualsiasi metallo in oro. Per questo nel quadro ho voluto inserire le foglie d’oro proprio nel simbolo alchemico ispirato alla pietra filosofale, quelle di rame per la costruzione della torre e quelle d’argento che simboleggiano gli astri luminosi, rombi che sono il capezzale di design delle Camere della Rocca. L’idea dal quale è nata quest’opera infatti, è voler creare una suggestione per mezzo di allusioni simboliche. Come il rombo, simbolo ambiguo, basta girare un quadrato trasformandolo in un rombo che tutto il suo significato cambia, il suo poggiare su un solo punto trasmette un senso di squilibrio e movimento. L’importanza di questo segno è visibile in tutte le epoche ed in tutte le aree culturali dell'antica Europa; rappresentazione simbolica della vulva e del triangolo pubico, è connesso alla fonte di vita, alla fertilità ed alla rigenerazione. Rigenerazione come quella avuta da questo splendido castello medievale, un passato pieno di fascino e mistero che il restauro ha arricchito con elementi nuovi riuscendo a creare l’unione tra passato e futuro in perfetto equilibrio ed armonia.  
  • Janas_Taurus

    478,00 
      Valeria Frongia   DIMENSIONE: 65x90 TECNICA: Mista (spray su tela, foglie d’argento, stucco, resina e cornice di nastro di raso) ANNO: 2024 DESCRIZIONE: Tra i miti e leggende sarde vi sono gli affascinanti racconti sulle Janas. Si dice che siano fate, streghe e creature divine depositarie di antichi saperi, spesso poste a custodia di introvabili tesori. Le Janas venivano descritte come piccole donne bellissime, dalla pelle molto delicata, infatti, operavano di sera, in quanto il sole avrebbe ustionato la loro pelle delicata, uccidendole. Ciò che le caratterizzava più di qualsiasi altra cosa era però la loro doppia natura benevola/malefica. Si narra che di notte visitassero i neonati, decretandone il futuro. Le piccole creature visitavano non solo i bambini ma anche gli adulti, esse apparivano durante la notte chiamando per tre volte la persona che avevano scelto con l’intento di portarla a vedere i loro inestimabili tesori. Se la persona si dimostrava onesta e non tentava di rubare, sarebbe stata ricompensata per sempre, altrimenti tutto quello che avrebbe toccato si sarebbe trasformato in carbone e cenere. Abitavano in piccole dimore, casette da loro stesse scavate nella roccia, le Domus de Janas che in sardo significa “case delle fate”. Nelle Domus de Janas sono presenti in maniera quasi ossessiva le protomi taurine, del tutto simili alla pianta delle Tombe dei Giganti. Forza impetuosa, possente figura, virilità e imprevedibilità: ecco il toro. Il simbolo della testa di Toro, veniva anche associato all’apparato riproduttivo femminile, nello specifico della Dea Madre, sancendo l’inizio del culto doppio Dea Madre – Dio Toro. Gli studi sul Neolitico e i vari scavi fatti sull’isola hanno portato gli archeologi a rilevare l’estrema importanza della figura del toro per l’uomo preistorico sardo. Il toro fu l’animale preminente della cultura e dell’arte neolitica dell’isola, se non addirittura l’esclusivo protagonista. In questi casi il toro, con la sua potenza innata, rappresentava una protezione, il simbolo magico di una figura a metà strada tra il divino e l’umano. Per la civiltà protosarda si trattava del signore degli animali, dell’unico mortale terrestre degno di sedere accanto alla prosperosa Dea Madre. Nel quadro sono nascosti altri simboli sardi, come su coccu, antichissimo amuleto porta fortuna che ha il potere di difendere la persona dal malocchio, dagli animali velenosi e lenire i mali. La tradizione vuole che la pietra centrale sia in grado di neutralizzare il male, difendendo il portatore del gioiello. Proprio per la forma tondeggiante della pietra e per le coppette in filigrana sarda d'argento che la sostengono, Su Coccu richiama simbolicamente l'occhio buono che si contrappone a quello cattivo. Riconosci altri simboli caratteristici della Sardegna?
  • Janas_La Fede

    342,00 
      Valeria Frongia   DIMENSIONE: 50x70 ANNO: 2024 TECNICA: Mista (stucco, spray su tela, foglie d’oro, resina e cornice di nastro di raso) DESCRIZIONE: La fedina sarda è uno tra i gioielli più diffusi e apprezzati della tradizione sarda, ma in pochi conoscono l’origine magica attribuita al caratteristico anello in filigrana che impreziosisce le mani di tante donne sarde e non. Secondo un’antica leggenda, ambientata in epoca nuragica, a fabbricare le fedi erano le JANAS, le mitiche fate o streghe sarde che abitavano nelle Domus de Janas. Erano creature minuscole e meravigliose, che uscivano dalle loro grotte soltanto la notte, per timore che il sole bruciasse la loro delicatissima pelle. Popolavano i boschi della Sardegna ed era proprio nelle loro case scavate nella pietra che, secondo la leggenda, le fatine intessevano metalli preziosi come fossero tessuti e tessuti come fossero gioielli. La leggenda vuole infatti che la stessa fede sarda abbia origine dalle richieste di giovani innamorati che supplicavano le Janas di creare un anello da donare alle proprie amate, un monile che rappresentasse i due innamorati (i due fili), l’indissolubilità del legame (l’intreccio e le saldature) e la prosperità (il grano). A questo scopo le benevole fate intessevano un filo d’oro per creare uno splendido anello che l’innamorato avrebbe dovuto far indossare sull’anulare sinistro della propria donna, secondo le antiche credenze, è proprio in questo punto che passa la vena dell’amore (vena amoris) ovvero quella che arriva al cuore, trasportando il sangue, l’ossigeno, la vita. La Sardegna vanta una grande quantità di simboli di origine antica e nel quadro è presente anche la Pavoncella sarda, il significato simbolico è da ricercarsi nella cultura agro-pastorale, e come tanti altri invoca la fertilità, le piogge e la salute dei greggi. In alcune culture il pavone è simbolo della trasformazione, in positivo, di qualsiasi situazione negativa. E’ noto anche come l’uccello dai cento occhi, quelli del suo piumaggio, che rappresentano le stelle, l’universo, il sole, la luna, e la “volta celeste”. La sua immagine inoltre ricorda l’araba fenice, uccello mitologico che risorge dalle proprie ceneri. Nell’iconografia cristiana invece è associata all’immortalità dell’anima. E’ un simbolo di buon auspicio in molte culture ed in Sardegna è di sicuro il più diffuso.
  •   Valeria Frongia DIMENSIONE: 50x70 ANNO: 2023 TECNICA: Olio su tela DESCRIZIONE: La giostra gira Il cavallino va su e giù Sempre lo stesso percorso Partenza, via Continui a girare Altro panorama E poi torni alla partenza Altro giro Riguardi le stesse immagini Ti senti impotente In balia degli eventi Tu sei il bambino o quel cavallino? Chi decide la velocità, quando fermarti, ripartire, il senso e la direzione? Quante energie sprechi? Quanti sentimenti rovini? Ti senti soffocare Ferma la giostra Ti gira la testa Respira Prendi le redini Impara ad ascoltarti Ti senti? Sorridi al passato Galoppa verso il futuro Goditi il viaggio… questo è il presente!  
  • Janas

    478,00 
    Valeria Frongia Tecnica: Mista (stucco, spray su tela, foglie d’oro, resina e cornice di nastro di raso) Dimensione: 70 x 100 cm Descrizione: Tra i miti e leggende sarde vi sono gli affascinanti racconti sulle Janas.

    Si dice che siano fate, streghe e creature divine depositarie di antichi saperi, spesso poste a custodia di introvabili tesori.

    Le Janas venivano descritte come piccole donne bellissime, dalla pelle molto delicata, infatti, operavano di sera, in quanto il sole avrebbe ustionato la loro pelle delicata, uccidendole.

    Potevano emanare una luce così forte da poter addirittura abbagliare chi posasse su di loro il proprio sguardo. Usavano questa loro luminosità per districarsi fra i rovi, evitando di ferirsi con le spine.

    Abitavano in piccole dimore, casette da loro stesse scavate nella roccia, le Domus de Janas che in sardo significa “case delle fate”.

    Si dice siano state le prime abitanti della Sardegna e che proprio loro abbiano insegnato alle donne dei vari paesi gli antichi mestieri: la filatura, la medicina, la lavorazione del pane, l’arte e la profezia.

    Ciò che le caratterizzava più di qualsiasi altra cosa era però la loro doppia natura benevola/malefica.

    Si narra che di notte visitassero i neonati, decretandone il futuro. Se fatato nel bene, il bambino avrebbe avuto una vita gioiosa. Ma se invece fatato nel male il destino del nascituro sarebbe stato tutt’altro che roseo.

    Le piccole creature visitavano non solo i bambini ma anche gli adulti, esse apparivano durante la notte chiamando per tre volte la persona che avevano scelto con l’intento di portarla a vedere i loro inestimabili tesori. Se la persona si dimostrava onesta e non tentava di rubare, sarebbe stata ricompensata per sempre, altrimenti tutto quello che avrebbe toccato si sarebbe trasformato in carbone e cenere.

    Passavano le loro giornate a tessere con telai magici artefatti composti da preziosi fili d'oro, che occasionalmente potevano donare a chi ne aveva bisogno come amuleto di protezione o di fortuna.

    Intrecciavano sapientemente lunghissimi fili d’oro o argento, per creare gioielli unici e splendidi.

    A ben guardare infatti, ricami e gioielli in filigrana sono particolarmente accostabili: da una parte infatti i ricami appaiono come gioielli impressi nella stoffa, dall’altra la filigrana sembra un ricamo tanto leggero da librarsi fuori dal tessuto.

    Queste piccole creature ambivalenti ancora oggi popolano l’immaginazione di noi tutti. Ma non solo. Secondo le leggende, se si fa molta attenzione in alcuni posti remoti della Sardegna è ancora possibile incontrarle.

     

     
  • Valeria Frongia Tecnica: Mista - Assemblage di materiali di imballaggio riciclati, quadro/scultura Anno: 2024 Dimensione: 62 x 100 cm Descrizione: Signore e signori, che si apra il sipario Il più spettacolare show del mondo si svolge davanti ai nostri occhi Il pianeta invoca le nostre cure È tempo di Guarire ormai Le lancette girano veloci Il tempo scorre rapido incalzando gli ingranaggi dell’orologio Meccanismi troppo complessi Chi ha governato nel tempo non si è curato della prevenzione Ora la soglia critica è stata attraversata Il buco creato da rimarginare è enorme I piccoli cambiamenti, quei piccoli scalini sembrava non facessero alcuna differenza in passato Ora invece i cambiamenti sono drastici, le azioni da intraprendere impegnative, dei gradoni da scalare quelli che, simbolicamente, si ritrova a dover affrontare la nostra donna che porta anche il peso “metaforico” delle generazioni future (origami ispirato a “Mother and child” di Stephen Weiss) Il futuro dipende da ciò che facciamo oggi Che il sipario non cali!
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