Nata a Mondovì (Piemonte) il 15 agosto 1975, Sandra Ansaldi, in arte La Principessa sul Bidet, è una figura singolare nel panorama artistico contemporaneo: medico psichiatra di formazione e artista per vocazione, da oltre vent’anni affianca alla professione medica una ricerca creativa che spazia dalla pittura all’incisione, fino alla scultura e all’arte concettuale.
Se i suoi primi passi nel mondo dell’arte avvengono “in segreto”, è solo negli ultimi cinque anni che Sandra trova nel linguaggio concettuale e scultoreo la sua forma più autentica di espressione.
Con lo pseudonimo La Principessa sul Bidet, l’artista costruisce un’identità giocosa e profondamente riflessiva, capace di mettere in discussione i codici estetici e culturali della nostra società. Il suo linguaggio ruota attorno all’“objet détourné”: l’oggetto sottratto alla sua funzione originaria per essere reinterpretato in chiave concettuale.
La sua opera più emblematica? Il bidet.
Sì, proprio lui: un elemento d’arredo intimo e spesso trascurato, che nelle mani di Sandra diventa un totem contemporaneo carico di significati politici, culturali e poetici.
Il bidet è la mia tela, un mezzo come un altro per scrivere e formulare il mio messaggio. L’obiettivo del mio lavoro? Reinventare il modo in cui percepiamo questo oggetto, creando un impatto sociale, culturale e artistico.
Dopo 15 anni vissuti in Francia, l’artista ha ironicamente fuso due elementi simbolici delle rispettive culture: il bidet (italiano) e l’apéro (francese), mettendo in dialogo il corpo, la convivialità e le abitudini igieniche. Il bidet diventa così tavolino da aperitivo, installazione concettuale, scultura pop.
Il suo stile si ispira al concettualismo (l’idea sopra l’oggetto), al dadaismo (ironia e rovesciamento del senso) e al postmodernismo, con la sua capacità di mescolare linguaggi e piani simbolici.
Le mie opere vogliono essere ironiche e scioccanti. Il bidet non è solo un oggetto funzionale, ma anche concettuale: una provocazione e un invito a ripensare l’intimità e l’identità culturale.”
Il gesto artistico di La Principessa sul Bidet è sempre accompagnato da giochi di parole, titoli ambigui e accostamenti imprevisti.
“Celebrando il bidet, unisco intimo e pubblico, banale e sacro, funzionale e poetico.”
Le sue opere hanno preso parte alla mostra collettiva “Erotic Dream”, curata da Arteaporte e ospitata presso Contemporary Spaces Santa Teresa di Torino. Una collettiva dedicata a tutte le forme di espressione visiva capaci di esplorare l’erotismo in chiave onirica, simbolica, intima o provocatoria.
Il lavoro della Principessa sul Bidet ha trovato una naturale sintonia con il concept della mostra: la sua installazione — un bidet usato come supporto per veicolare un messaggio ironico a sfondo sessuale — gioca sull’assonanza tra il verbo francese “gode” (che significa sex toy) e la parola “God” (Dio), fondendo sacro e profano in un’unica provocazione visiva.

Un oggetto d’uso quotidiano viene così riplasmato in un linguaggio simbolico e spiazzante, che invita a riflettere sul desiderio, sull’identità e sulla cultura del corpo.

In un mondo dove l’arte rischia spesso l’autoreferenzialità, La Principessa sul Bidet ci invita a guardare con occhi nuovi ciò che davamo per scontato. Il suo messaggio è chiaro: l’arte vera è trasformazione, e può nascere anche da un bidet.

Le sue opere sono inoltre disponibili per l’acquisto online sul nostro portale, dove è possibile scoprire la sua produzione artistica e lasciarsi ispirare dal suo universo cliccando qui!