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AlieNadia Tecnica: Trasformazione digitale di dipinto in acrilico su tela e fotografia antica. Anno: 2022 Dimensioni: 30cm x 40cm Descrizione: Questo bimbo corrucciato si chiamava Dante. La foto che ho usato nella mia composizione artistica ha oltre 100 anni e la voglio celebrare per la sua bellezza e per tutto il destino che, senza ancora conoscerlo, questo bambino ci ha raccontato quel giorno in cui la luce lo catturò sulla carta. Un partigiano italiano che sacrificò la sua vita all’età di vent’anni nel tentativo di salvare un compagno gravemente ferito. E nella poltrona avvolgente, protetto e riscaldato dalle coperte che si facevano grembo materno, poteva adagiarsi nudo e forte, oltre ogni apparenza, esattamente com’era venuto al mondo, per dire all’Universo: “io ci sono, farò la mia parte, costi quel che costi”. Ed è nella polvere delle stelle che lo voglio ricordare.
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AlieNadia Tecnica: Trasformazione digitale di dipinto in acrilico su tela e radiografia. Anno: 2022 Dimensioni: 40cm x 40cm Descrizione: Talvolta anche la stella più brillante non ce la fa più. Succede che quando esaurisce il suo carburante collassa su se stessa ed esplode in una supernova. Parrebbe la fine, in realtà non è altro che un nuovo magnifico inizio: sebbene solo per un breve istante diventi l’oggetto più splendente nel cielo, le conseguenze che questo porta con sé influenzano a lungo tutto l’ambiente circostante. Le onde d'urto generate da questa esplosione, sovraccaricando questo folgorante relitto stellare e tutto ciò che lo circonda, fanno brillare i detriti in un’incredibile varietà di radiazioni elettromagnetiche. La stella di neutroni che lascia dietro di sé è il suo concentrato vitale da cui si possono formare nuovi destini, nuova polvere di stelle destinata a divenire sole nell’eterno divenire. Non posso fare a meno di cogliere la connessione con l’universale afflato che aggrega il cosmo in una catena in cui l’uomo è al contempo riproduzione infinitesima e infinita. E in questo equilibrio in cui ci troviamo per un caso divino, in cui la divinità è chimica e casualità cui il nostro alito di vita vuol dare nome di Dio, il concentrato splendente di energia che divampa in ognuno di noi può esaurirsi. L’esplosione che ne consegue spesso si stempera nell’indifferenza ma talvolta alcuni soli folgorano le nostre anime e si propagano nel loro mutare. I loro spettri atomici, come un occhio perpetuo, ci attraversano e ci spogliano di ogni inutilità intravedendo in ciò che rimane il significato eterno della creazione.
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Sdru Tecnica : Acrilico Dimensione: 60cm x 100cm Anno: 2024Descrizione: In quest'opera ho voluto rappresentare l'emergenza climatica, attraverso l’ambiguità del paesaggio, e il disagio umano. Una montagna dai tratti femminili sembra dormire beatamente. Il suo viso appare rilassato mentre il suo corpo è ferito, è esso a riflettere le conseguenze del suo dolore passato. Nella parte inferiore essa nasconde una grotta piena di mani in tensione che mostrano i suoi sentimenti repressi. Un germoglio di un albero di cachi cresce dall'ombelico della montagna come il simbolo di rinascita da un dolore.
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Vera Lanciato Tecnica : matita e matite colorate su carta canson 300gr, argilla e smalto Dimensione: 18×13,5 più 10x4x4 Anno: 2025Descrizione: Qual è la parte più dolorosa del manifestarsi di una perdita? Quel vuoto , quella voragine che ti ingoia e ti risputa, quell'impossibilità di rivolgersi ancora una parola, e con essa un abbraccio, un tentativo di trattenersi fisicamente ancora un po', prima di andare via. Abbracciare un'assenza vuole raccontare questo, quel senso di frustrazione per non essere riusciti a dire qualcosa, quella necessità di un contatto, quella sensazione di abbracciare il vuoto. Narra di quello che c'è stato prima di un'assenza, del quell'intricata matassa che è vita, che crea legami, intreccia storie, che credi di riuscire a trattenere, la parola, ricordi di parole una sull'altra, stratificarsi di memorie di parole. Poi succede che questi fili prendano il volo, lasciandoti ad abbracciare il nulla, a sognare un volume che ora è aria tra le tue braccia, la tua assenza. La piccola scultura che accompagna questo lavoro, evidenzia questa fragilità relazionale, il silenzio che resta, la necessità di prendersi cura di…
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Vera Lanciato Tecnica : matite colorate su carta Canson 300gr Dimensione: 10,5×15,5 Anno: 2025Descrizione: Partendo da una riflessione sul titolo di questa edizione "Le parole tra noi leggere", ho voluto rappresentare il finale della poesia di Eugenio Montale che, a mio avviso, rappresenta l' apice ma anche la sua fine che crea un collegamento con il vissuto di ognuno; dove due persone si ritrovano in un confronto che tecnicamente non avviene e non può verificarsi. In "Due nel Crepuscolo" queste due figure non possono attuare un confronto, non possono parlare, o meglio, possono ma le loro parole si infrangono prima di arrivare all'altro, che ormai troppo distante non comprende più il significato delle parole. Ecco che qui queste parole, questi tentativi di comunicazione vengono rappresentati con degli uccellini disegnati su un foglio da lucido per renderli più fragili, disegnati solo con una sottile linea. Quante volte avremmo voluto che le nostre parole potessero volare dritto al cuore di qualcuno, essere ascoltate, trovare una risposta o una conferma in qualcun altro e questo non è potuto accadere? Questi uccellini creano una patina sopra i due volti per rendere la scena ancora più opaca, distante. Avrei voluto che le queste parole ti raggiungessero, talvolta sfiorandoti lievi, talvolta ferendoti come frecce, in picchiata, di fronte a te sembra che si librino in un volo caotico e che mai ti raggiungano. Tranne una forse ,l' uccellino rosso, che è quella i grado di cambiare la trama.
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Sdru Tecnica : Acrilico Dimensione: 80cm x 100cm Anno: 2021Descrizione: Cosa c’è di più passivo di una Marionetta? Una donna di bell’aspetto mostra uno sguardo sfacciato e irriverente. Accanto a lei un nastro rosa e nero manifesta la doppia entità della figura portando l’osservatore ad un’evitabile domanda: è una forsennata, furente menade o un’affascinate, ingenua fanciulla? Al centro della composizione emerge un ragno, che di fatto rappresenta l’unione tra questi due mondi in quanto simboleggia il fascino e l’eleganza in qualità di tessitore della propria ragnatela. Al contempo tuttavia vi è da comprendere la sua sfrontata pericolosità. Dietro di esso una porta luminosa fa da sipario tra i due mondi, distinguendo da un lato una pelliccia e dall’altra le tre moire che tessono un grazioso abito. Una fanciulla dalla duplice valenza: è lei a scegliere di far fuori un orso o è solo vittima di un’oggettificazione di sé?
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Roberta Trifilio Tecnica : Acrilico su tela, mosaico e gesso Dimensione: 80 x 60 cm Anno: ND