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Terre Organiche Tecnica: Gres lavorato a lastra e smalto ceramico Anno: 2025 Dimensione: 5x18x16 Descrizione: L’opera è una semplice ciotola in gres che fa parte del ciclo “Quel che dovrebbe contenere, non contiene”, composto da varie ciotole. Questa in particolare presenta dei buchi, delle aperture grezze, materiche, che interrompono la continuità del corpo dell’oggetto e ne annientano il funzionamento di contenitore. Questo ciclo di opere è nato dalla necessità dell’artista di elaborare un evento traumatico legato alla nascita del proprio figlio, quando, a causa di una sindrome gravidica molto grave, ha dovuto subire un taglio cesareo e passare poi 42 giorni in terapia intensiva con il corpo martoriato da aghi, flebo, iniezioni, paracentesi, che l’hanno guarita ma allo stesso tempo ne hanno modificato e ferito il corpo. Allo stesso modo quest’opera è attraversata da buchi e ferite che ne rendono inutile il funzionamento ma allo stesso tempo ne rappresentano l’unicità.
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Cinzia Miccoli Tecnica: Mista, cartapesta, rami di rovo, acciaio, legno. Dimensione: 26 x 22 x 20 cm Anno: 2025 Descrizione: La casa, intesa come luogo degli affetti, è un intrico di relazioni, come un rovo, i cui rami spinosi sono un nido che offre protezione ma allo stesso tempo diventa barriera, sia verso l'esterno che all'interno del piccolo mondo affettivo. Il cuore è fatto "d'amore e da more" e come spesso accade basta poco perchè ciò che è confortevole si muti in qualcosa di doloroso, come una spina che ti artiglia proprio dove pensavi che facesse meno male. L'opera è un oggetto la cui realizzazione ha comportato una certa dose di dolore fisico (e non solo) in tutte le sue fasi: dalla ricerca del materiale, alla preparazione dei rami di rovo, passando alla singola applicazione degli stessi fino alla gestione della parte meramente espositiva. Perchè DAMORE è difficile da maneggiare e nel momento in cui si crede di poter gestire la sua superficie spinosa si è costretti a fare i conti con un dolore che si rinnova, che tocca un altro punto del corpo e dell'anima.
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Gizem Güler Tecnica: Digital Art Anno: 2024 Dimensione senza cornice: 35×50 Descrizione: Clad in fish scales, the female figure takes on a mythological presence through the strokes of digital brushes. With its shimmering surface, she embodies both fragility and resilience, evoking the depths of the sea and reminding the viewer of the layered meanings of transformation and existence.
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Gizem Güler Tecnica: Digital Art Anno: 2024 Dimensione senza cornice: 35×50 Descrizione: The black balloon she holds reflects the woman's determination to protect her freedom on her own. Its weighty symbolism represents individual resilience against societal pressures and the will to carve her own path.
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Gizem Güler Tecnica: Digital Art Anno: 2024 Dimensione senza cornice: 35×50 Descrizione: Created with the realistic strokes of digital brushes, this portrait offers a powerful reflection of a woman’s presence in both the external world and her inner existence.
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Nostttalgia Tecnica: Acrilico su tela Anno: 2025 Dimensione senza cornice: 29cm x 29cm Descrizione: Presenza e assenza sono concetti interconnessi. Troppa assenza diventa mancanza, troppa presenza diventa oppressione. In questa serie ho cercato di creare un dialogo tra le due, togliendo da una parte e restituendo dall'altra, alla ricerca di un equilibrio. L'importanza di ciò che c'è si misura con quella di ciò che manca: entrambi sono fondamentali per definire lo spazio, il silenzio, il senso.
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Nostttalgia Tecnica: Acrilico su tela Anno: 2025 Dimensione senza cornice: 29cm x 29cm Descrizione: Presenza e assenza sono concetti interconnessi. Troppa assenza diventa mancanza, troppa presenza diventa oppressione. In questa serie ho cercato di creare un dialogo tra le due, togliendo da una parte e restituendo dall'altra, alla ricerca di un equilibrio. L'importanza di ciò che c'è si misura con quella di ciò che manca: entrambi sono fondamentali per definire lo spazio, il silenzio, il senso.
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Eleonora Verardi Tecnica: Pennarello su carta Anno: 2023 Dimensione senza cornice: 30 x 21 cm Descrizione: "Gilda" è un'opera che rappresenta una figura femminile con capelli arancioni vibranti, che contrastano con la pelle chiara e luminosa. Il dettaglio del vestito nero trasparente aggiunge un tocco di eleganza e sensualità all'immagine. Tuttavia, lo sguardo della donna è assente e indifferente, creando un senso di mistero e introspezione. La volontà è quella di catturare un momento di riflessione e distacco, invitando lo spettatore a interrogarsi sull'emozione e il pensiero della protagonista.
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Eleonora Verardi Tecnica: Pennarello su carta Anno: 2022 Dimensione senza cornice: 30 x 21 cm Descrizione: "Matilda" è un'opera che rappresenta una donna stilizzata con tratti accentuati e distorti, creando un effetto di bellezza brutale. Il colore dominante è il rosso, che infonde energia e passione all'immagine. Ho focalizzato l'attenzione sulle labbra, pronte a essere colorate di rosso, simbolo di sensualità e forza. L'opera è un mix di eleganza e crudezza, che invita lo spettatore a riflettere sulla percezione della bellezza.
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Tecnica: Acquerello rielaborato in digitale Anno: 2024/2025 Dimensione: 29.7cm x 42cm Descrizione: La risposta è dentro di sé richiama l’urgenza esistenziale di trovare un senso nell’immediatezza. Abitiamo un tempo dominato dalla velocità, dall’ansia di comprendere tutto e dalla saturazione di immagini e stimoli che scorrono attraverso le reti. Questo vortice ci spinge verso l’illusione del controllo, verso la negazione del dubbio, verso l’esigenza di una perfezione artificiale: adulti che fingono di avere tutto risolto. Di fronte a questo rumore incessante emerge la necessità di ritornare all’essenziale: al silenzio interiore, alla presenza, alla fiducia nella propria esistenza. Respirare e riconoscere la vita stessa come pienezza. Perché in quella certezza minima — e al tempo stesso infinita — risiede ciò che è veramente importante: l’allucinante caos interiore.
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Tecnica: Tecnica mista su legno Anno: 2025 Dimensione: 45,3 cm x 26 cm Descrizione: Sostanzialmente un modo per descrivere l'emotività del gesto della protagonista della vicenda classica, nel momento della dipartita. Quando (a mia interpretazione) la protagonista si sarà resa conto che l'unica scelta era quella del suicidio, sul suo volto ho immaginato potesse avere quell'espressione di strazio ed esasperazione.
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Tecnica: Acrilico su fotografia Anno: 2021 Dimensione: 15×10 cm Descrizione: Il dolore che a volte portiamo dentro di noi ma che gli altri da fuori non vedono.
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Tecnica: Acrilico su fotografia Anno: 2022 Dimensione: 15×10 cm Descrizione: I giorni funesti della nostra vita lasciano un'impronta indelebile sulla nostra anima e sul nostro volto. Le esperienze dolorose e le sofferenze che abbiamo attraversato creano una visione distorta e cupa del mondo, come se una nube oscura avesse velato la luce del sole. Questi segni indelebili non solo segnano il nostro viso, ma anche la nostra mente e il nostro cuore, influenzando il modo in cui percepiamo noi stessi e il mondo intorno a noi.
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Tecnica: Digitale Anno: 2024 Dimensione: 30×35 cm Descrizione: Il ritratto scarno e triste della donna è reso acquoso e melanconico dai colori grigi e bluastri che lo compongono. Lo sguardo è diretto all'osservatore, ma si rivolgono altrove. Nascosta da uno sfondo indefinito. Il tutto delineato da un tratto semplice e immediato ma immerso in un'atmosfera coerente e unificante.
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SgruFaCose Tecnica: fotografia istantanea polaroid, manipolazione post sviluppo con candeggina Anno: 2023 Dimensione: 8,8 x 10,7 cm Descrizione: Nad.ine è parte di una serie di scatti che nel 2023 hanno segnato una delle mie prime collettive in assoluto, a Venezia. Insieme alla Modella, attrice, mimo e clown professionista Nadine Tarantino ed alla collaborazione con la Fratelli Bonfanti bottoni di Torino, (azienda manifatturiera storica per la produzione di bottoni e leader italiana del settore), abbiamo esplorato lo spirito voyeuristico che lega e regala all'uomo l'abbellimento del corpo femminile con oggetti d'arte, fibbie o bottoni d'oro che siano, portandolo nel "dietro le quinte" quando prima dello show in un bagno di cui si nota sullo sfondo uno scalcinato calorifero, si può giocare, ci si può divertire con spirito fanciullesco, innocente e bambino mentre ci "si prepara per l'uomo"... la maschera può aspettare... perché il bagno è occupato.
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Ian Whaley Tecnica: Graffite e carboncino Anno: 2025 Dimensione: 70cm x 100cm Descrizione: A half tiger-man and a centaur locked in a battle neither wants to win. The clouds hide the sun, the centaur slips beneath his enemy, tears falling as he whispers “let go”—but neither of them does. Because letting go means losing the very thing that kept them alive. Sometimes, even pain is sacred when it’s yours.
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Giulia Piacci Tecnica: Olio su tela Anno: 2025 Dimensione: 30×40 cm Descrizione: Nella tela “Sé”, il volto emerge da un vortice emotivo di luci rosse e blu. La sua migrazione è conclusa e la nuova identità riemerge trasformata e rigenerata. Il suo viaggio è una fuga dal proprio sé e un ritorno ad una nuova versione, mai definitiva e sempre in preda al tumulto del divenire.
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Giulia Piacci Tecnica: Olio su tela Anno: 2025 Dimensione: 20×25 cm Descrizione: Un volto che guarda e si guarda. Il percorso della sua evoluzione è conflittuale, immerso in rosso, travolto da emozioni forti, dolore o rabbia, ma anche passione e desiderio di rinascita.
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Filly Fiordaliso Tecnica: Fotografia digitale Anno: 2017 Dimensione: 60X55 cm Descrizione: Quest’opera appartiene alla mia serie Bambole, nata nel 2017. Con questa immagine ho voluto esplorare la complessità del legame che ogni donna ha con la propria storia, il proprio corpo, il proprio percorso di crescita. Un legame intimo e silenzioso, ma profondamente eloquente. Lo scatto, in bianco e nero, ritrae una giovane donna stretta in un abbraccio con una bambola: un gesto che racchiude protezione, identificazione e memoria. Qui, più che mai, la figura umana si fonde visivamente ed emotivamente con l’oggetto che stringe tra le braccia, fino a diventarne eco, proiezione, doppio. L’abito ricamato della ragazza, la delicatezza della sua pelle, lo sguardo sospeso e velato da una malinconia silenziosa, costruiscono una composizione armoniosa che richiama i tratti stessi della bambola. La ragazza non abbraccia solo un oggetto dell’infanzia: abbraccia una parte di sé. È lei stessa bambola riposta, figura simbolica che conserva i sogni, le fragilità e la bellezza intatta del tempo che passa. Le mani si chiudono con dolce fermezza, a protezione di quel legame profondo e intimo che parla di memoria, identità e tenerezza. La bambola non è soltanto un oggetto: è un testimone silenzioso, un compagno d’anima, un riflesso. Lo sfondo nero, segnato da graffi e imperfezioni, rompe la neutralità visiva per divenire spazio della memoria: superficie vissuta, come la pelle, come la storia. È lì che si incide il tempo, che si proietta la solitudine o il ricordo di un legame, o forse il desiderio di restare aggrappati a qualcosa che ci ha formati. Quest’opera vuole raccontare il legame profondo tra ciò che siamo e ciò che abbiamo custodito. Tra la donna adulta e la bambina che è stata. Tra il presente e una dolce assenza.
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Filly Fiordaliso Tecnica: Fotografia digitale Anno: 2016 Dimensione: 50X40 cm Descrizione: In quest’opera ho voluto rappresentare il lato più intenso e controverso del legame amoroso. Due corpi nudi, esposti, si fondono in un abbraccio che è al tempo stesso intimo e potenzialmente pericoloso. L’uomo impugna una katana, la lama sfiora il corpo della donna, ma non colpisce. È un gesto sospeso, carico di tensione, che racconta di quanto l’amore possa essere totalizzante, a volte persino tagliente. Eppure, non c’è violenza. C’è potere, ma è trattenuto. C’è forza, ma è consapevole. C’è vicinanza, ma anche mistero. Ho scelto la katana proprio per questo: non è una semplice arma, ma un simbolo di disciplina, onore e controllo. Nella cultura giapponese rappresenta una forza precisa, silenziosa, rispettosa. In questo scatto, la katana diventa metafora del legame amoroso quando è vissuto nella sua profondità: un rapporto in cui si ha il potere di ferire, ma si sceglie di proteggere. La lama non divide, ma unisce. Segna una linea invisibile tra l’istinto e la scelta, tra il desiderio e la responsabilità. È il filo sottile su cui si regge un amore maturo, che conosce il peso delle emozioni ma sa trasformarle in rispetto reciproco. Questo è il mio sguardo sul legame: un equilibrio delicato tra vulnerabilità e forza, tra vicinanza e libertà.




















