Chy Metal Valley è un artista che ha scelto di parlare attraverso un materiale tanto freddo quanto potente: il metallo. Le sue opere nascono da un’intuizione, si strutturano in progetti grafici accurati e prendono forma in ritratti incisivi, capaci di raccontare emozioni sospese tra passato e presente. La sua è una ricerca visiva e concettuale che nobilita un materiale industriale, trasformandolo in un mezzo espressivo vivo, sensibile, mutevole.
Attraverso l’arte, Chy Metal Valley dà voce al metallo e lo rende testimone di storie, pensieri e sguardi che cambiano con chi li osserva.

Artàporter ha avuto il piacere di intervistare l’artista per approfondire il suo percorso e la sua visione dell’arte.

 

Cosa rappresenta l’arte per te?

L’arte, per me, è un linguaggio universale. Un ponte tra l’interiorità e il mondo esterno. È ciò che nasce quando le parole sembrano non bastare. Si tratta di libertà, espressione, un modo per manifestare quello che si agita dentro.

Come e quando ti sei avvicinata all’arte?

Il primo approccio all’arte si è concretizzato attraverso la fotografia: uno strumento potente che mi ha permesso di osservare, ma soprattutto raccontare, la realtà in una modalità più personale. Nell’ultimo anno, questa passione si è modificata tramite l’utilizzo delle lamiere, dando vita a delle opere ibride tra Quadri e Sculture capaci di portare con sé lo stesso spirito visivo, ma attraversato una tridimensionalità nuova.

Qual è la tua maggiore fonte di ispirazione?

La mia ispirazione più profonda nasce dal legame con le emozioni. Quelle vissute, osservate, percepite. Sono i sentimenti, per quanto intensi e allo stesso modo contraddittori, a muovere la mia mente e le mie mani verso il processo creativo.

I riferimenti artistici e culturali che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?

Sono fortemente attratto dalla Pop Art e dalla Street Art per la loro energia, sia a livello visivo che d’impatto. Un linguaggio urbano che sa quello che dice.
Inoltre, la fotografia continua ad essere una bussola, soprattutto quella che cattura al meglio i volti, gli sguardi, le storie.
Questi universi visivi sono riusciti a plasmare il mio modo di creare.

Quali emozioni speri di suscitare negli osservatori delle tue opere?

Vorrei che chi osserva le mie opere si sentisse coinvolto emotivamente, anche solo per un minimo istante. Provare qualcosa di autentico è ciò che mi guida e che vorrei che legasse me e l’osservatore. Non cerco risposte univoche, ma uno scambio silenzioso, un dialogo emotivo tra gli attori della stessa Arte: l’artista e l’osservatore.

C’è un messaggio particolare che cerchi di comunicare attraverso le tue opere?

Ogni creazione è un pezzo del mio Puzzle interiore. A volte è capace di raccontare un’esperienza personale, altre volte prende la forma di una denuncia o di un invito alla consapevolezza. Sicuramente, ciò che non manca mai, è la volontà di condividere verità emotive anche quando si palesano come scomode o imperfette.

Qual è il ruolo dell’imperfezione nella tua arte?

L’imperfezione è una presenza inevitabile, quasi necessaria al percorso, qualsiasi esso sia. In ogni Opera cerco l’equilibrio, la forma “corretta”, ma a volte è proprio così che il controllo sfugge e rendo il lavoro più vero.
Mi piace considerare l’imperfezione un’autenticità e non un errore, proprio come nella vita.

Le opere di Chy Metal Valley hanno partecipato alla seconda edizione della mostra collettiva “Black an White” presso il Con/Temporary Spaces a Torino.

Le sue opere sono inoltre disponibili per l’acquisto online sul nostro portale, dove è possibile scoprire la sua produzione artistica e lasciarsi ispirare dal suo universo cliccando qui!