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Samuele Atzori Tecnica: Gesso Anno: 2024 Dimensione: 28 x 3 x 25,5 cm Descrizione: Colui che, invece che vivere il mondo, lo osserva come entità esterna, come un alieno nato lì per caso. Sensazione che riguarda molto da vicino Il mondo degli introversi.
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Sonia Squillaci Tecnica: Plastica naturale lavorata per ottenere diversi gradi di elasticità e tonalità, incollata su cartoncino di supporto (passepartout). Anno: 2022 Dimensione: 20 x 20 cm Descrizione: COLTURA PLASTICA fa parte di una ricerca sulla plastica naturale, esplorandone colori ed elasticità. Le forme finali, generate dal processo stesso di lavorazione, sono casuali e spontanee, evidenziando il rapporto tra materiale, gesto e trasformazione.
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Sonia Squillaci Tecnica: Foglia naturale decomposta con procedura manuale, applicazione su tela con acrilico nero (forma circolare centrale). Anno: 2024 Dimensione: 40 x 40 cm Descrizione: “Introspezione” esplora la dualità tra introversione ed estroversione, tra interiorità e ricerca verso stimoli esterni. La foglia scheletrizzata, divisa a metà e collocata tra ingresso e uscita, assume valore simbolico: fragile e organica, rappresenta la soglia che unisce e separa i due aspetti opposti, evocando un equilibrio dinamico in una metafora visiva simile allo yin e yang.
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Madame Pagu Tecnica: Carta, Foto, Oggetti trovati Anno: 2021 Descrizione: Questo lavoro fa parte del progetto AS MULHERES QUE AMEI (Le donne che ho amato), in cui indago le diverse forme di violenza contro le donne. Attraverso fotografie trovate e collage analogici, mi muovo in un campo metaforico dove il gesto di strappare e ricomporre le parti dell’immagine non mira a un risultato estetico, ma invita a riflettere sulla frammentazione del femminile nel tempo, generata da regole sociali velate. Se spezzare l’immagine rappresenta una reazione a una soffocazione costante, le sovrapposizioni e le texture diventano l’antitesi dell’adattamento, incasellando il femminile entro concetti e schemi sistemici. Alla fine, ciò che rimane di noi, oltre l’estetica del caos, sono le cicatrici e la stanchezza di una performance perpetua.
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Sofia Giacomelli Tecnica: Acrilico Anno: 2024 Descrizione: Sovrastare la superficialità e immergersi nel percorso psico-evolutivo della donna è una peculiarità di Sofia Giacomelli, giovane artista in grado di porre in essere un’attenta analisi del profondo che si traduce in delicata osservazione dei diversi passaggi che toccano la vita del sesso femminile mostrandone, in tal modo, reconditi e inespressi desideri, sofferenze, passioni, rinnovata e raffinata sensualità (sovente rinnegata) che si mischia all’eleganza. Un cammino che inizia con l’adolescenza dove si indossano le vesti di angeli ingenui e ribelli, attimi caratterizzati da incommensurabili vuoti interiori, paura, impotenza e smarrimento, avvicendamenti che indicano il passaggio all’età adulta. La donna è vista attraverso il rapporto che, nel corso del tempo, sviluppa con la parte più intima di sé, la propria sessualità e il proprio corpo costretto, nelle diverse fasi esistenziali, a subire mutamenti difficoltosi da accogliere o a divenire strumento di comunicazione sintomo, dunque, di un disagio che si muove dentro, la cui visione distorta racconta una dimensione estremamente fragile e problematica dell’Io. Poste innanzi alla complicanza nel relazionarsi all’altro e alla funzione che quest’ultimo esercita nello sviluppo o nella perdita di un’identità che ad esse appartiene, ogni singola figura, in questo lasso, emerge nella sua trasparenza, naturalezza, insicurezza, affamata d’affetto, calore e protezione, ma nel mentre pronta a dissociarsene in nome di autostima e sana indipendenza. Storie e vissuti di atavica cultura, in cui la psiche impone il riesame del rapporto con il materno, in uno silenzioso scontro che conduce al dialogo e alla condivisione reciproca. Sguardi fieri e apparentemente decisi si traducono in forme di tutela, quasi fossero maschere volte a nascondere la vulnerabilità dell’anima: un ulteriore mezzo per sentirsi al sicuro. In bilico, tra il tenace raggiungimento dell’invisibilità rispetto al mondo e la necessità, attraverso il cela
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Donatella Saligari Tecnica: Acrilico, oggetti trovati Anno: 2023 Descrizione: Quest’opera è un urlo di rabbia verso il modo in cui certi maschi vedono le donne ! Un grido di pretesa di rispetto !!
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Roberta Mancarella Tecnica: Olio Anno: 2024 Descrizione: L'opera è un ritratto femminile, una donna seduta su un prato con in mano una mela rossa, elemento simbolico permeato di valori positivi e negativi al tempo stesso e per questo, a mio parere, elemento di insuperato carisma. la presenza della mela rossa, pur nel tono silenzioso della rappresentazione, allude alla libertà di una donna di scandagliare le proprie profondità psico-emotive, la libertà di scegliere chi essere oltre la moralità comune.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 50 x 50 cm Descrizione: La luna serena e maestosa illumina le menti nel silenzio della notte.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 70 x 50 cm Descrizione: Il mondo che vorrei nasce dal desiderio di immaginare un luogo nuovo, dove la forza interiore diventa possibilità, azione, cambiamento. Tra gli spruzzi di colore — vivi, caotici, spontanei — emerge un profilo femminile definito da una linea bianca che attraversa la tela come un respiro. È una figura che non urla, ma afferma: Una donna che osserva, resiste, sogna e soprattutto decide di rinascere.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 70 x 50 cm Descrizione: Vibrazioni rappresenta il momento sospeso in cui due anime si sfiorano senza ancora toccarsi: l’attimo in cui nasce un’emozione, un’intuizione, un colpo di fulmine. I due profili — un uomo e una donna — sono separati da una linea fluida che vibra, come se lo spazio tra loro fosse carico di energia. Onde che si propagano, richiamando ciò che accade quando senti “qualcosa” per qualcuno, quando il cuore accelera e la percezione cambia. La rete nera che abbraccia l’opera non è elemento decorativo: diventa il simbolo della tensione, dell’attrazione, della forza invisibile che avvicina due corpi e due menti. È la metafora della connessione umana, della trama sottile che lega due persone prima ancora che se ne rendano conto.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 100 x 100 cm Descrizione: Come da bambini bastava un soffio per esprimere un desideri, oggi, quel soffio lo dedichiamo a un mondo senza guerra, senza violenza, senza bullismo. Un soffio che diventa invito a sognare insieme un futuro più luminoso.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 60 x 50 cm Descrizione: Linee d’oro emergono dal nero come pensieri che cercano respiro. La figura — indefinita, umana ma senza volto — si chiude in sé stessa, custodendo paure, ferite, silenzi. È un essere che vive il peso di ciò che non riesce a dire, intrappolato nella distanza tra il bisogno e la parola. “Chiedi” non è solo un titolo, ma un appello: a trovare il coraggio di chiedere aiuto e a chi osserva, di imparare a chiedere, prima che il dolore diventi invisibile. Ogni segno è una domanda, ogni riflesso una risposta.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista Anno: 2022 Dimensione: 100 x 100 cm Descrizione: Il primo bacio è l’istante in cui due volti si incontrano e tutto il resto del mondo svanisce. Nell’opera, le due figure stilizzate si intrecciano in un gesto sospeso, delicato, quasi trattenuto. Lo sfondo è composto da tutte le lettere dell’alfabeto, sparse, sovrapposte, imprevedibili. Sono lì a ricordare che quando c’è l’amore, esiste già tutto il linguaggio possibile: ogni lettera, ogni frase, ogni dichiarazione è potenzialmente contenuta in quel singolo istante.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista (colori acrilici, gesso, cotone) Anno: 2025 Dimensione: : 80 x 60 cm Descrizione: L’amore nel tempo presente: connesso ma distante, fragile e prigioniero del rumore della società. Un sentimento che resiste, ma che spesso cammina su strade parallele.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Mista (colori acrilici, gesso, cotone) Anno: 2025 Dimensione: : 80 x 80 cm Descrizione: Nel volto della donna si intrecciano pensieri e percorsi come in un labirinto. La luna, simbolo ciclico di trasformazione, cresce, cala, ritorna, diventa la sua interlocutrice silenziosa: un invito a confidarsi, a ritrovare sé stessa. ll filo rosso che attraversa il volto, non è altro che la soluzione per uscire dal labirinto e vuole rappresentare che c’è una via d’uscita verso la luce e la consapevolezza. Dillo alla Luna è così un dialogo con il tempo stesso: il tentativo umano di ritrovarsi, ancora una volta, nel chiarore del proprio ciclo interiore.
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Ekaterina Chorina Tecnica: Acrilico, Carta, Pennarello, Oggetti trovati, Decoupage Anno: 2025 Dimensione: 270 x 30 cm Descrizione: Non pensi al peggio quando ti allacci le cinture di sicurezza in auto, vero? Perciò,non pensi sempre al peggio e non sei sempre negativa, ne cinica, cattiva, matta, diffidente, strana, femminista di m*, pazzoide, stronza, meno donna, destinata a rimanere sola, non sei un sergente, un maschio, ne arrogante, stressata, non hai un brutto carattere, non sei da ricovero, non sei uno Sturmtruppen.. (fonte: sondaggio privato presso amici e conoscenti), se fossi attenta alle red flags e quindi ti allenassi mentalmente con costanza per essere in grado di difenderti, se rimanessi lucida anche se coinvolta sentimentalmente, se rimanessi vigile e “sveglia” anche se volessi lasciarti andare del tutto, se ti informassi sui propri diritti e come difenderli realmente, se sapessi a chi chiedere aiuto per davvero, se non ti fidassi mai troppo di nessuno, se contassi soprattutto su se stessa, se non ti confidassi del tutto con nessuno, se ti facessi le giuste conoscenze tipo un avvocato, se avessi un tuo escape plan economico pronto, se avessi sempre con te uno spray al peperoncino, se ti facessi dei corsi di arti marziali, se imparassi a ..sparare. Perchè alla fine sarai da sola a salvarti.You don't think of the worst when you fasten your seat belts in the car, do you? Therefore, You don't think always about the worst and you're not always negative, neither cynical, bad, crazy, suspicious, weird, f*ng feminist, crazy, bitch, less of a woman, destined to be alone, you're not a sergeant, a male, nor arrogant, stressed, you don't have a bad temper, you're not for hospitalization, you're not a Sturmtruppen.. (source: private survey among friends and acquaintances), if you were attentive to the red flags and therefore trained mentally with perseverance to be able to defend yourself, if you remained lucid even if emotionally involved, if you remained vigilant and "awake" even if you wanted to let yourself go completely, if you informed yourself about your rights and how to really defend them, if you knew who to ask for help for real, if you never trusted anyone too much, if you relied especially on yourself, if you didn't confide completely with anyone, if you made the right acquaintances like a lawyer, if you had your own money escape plan ready, if you always had a chili spray with you, if you took martial arts classes, if you learned ..to shoot. Because in essenze, you will be alone to save yourself.
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Sarah Di Marco Tecnica: Acrilico, Carta, Oggetti trovati, Plastica Anno: 2024 Dimensione: [senzacornice1] cm Descrizione: In “Stai zitta. Autoritratto, Vol.2” l’artista sceglie materiali semplici e corruttibili – cellophane, sale, carta – per costruire una superficie che è al tempo stesso pelle e specchio. La materia, increspata e irregolare, nasce dalla reazione tra la pellicola di plastica e i cristalli di sale, trasformandosi in una trama che cattura la luce e ne restituisce riflessi opachi. Al centro della composizione si apre un taglio orizzontale, riparato da spilli: uno sbocco precluso, una ferita mal cucita i cui margini sono tesi tra vulnerabilità e controllo. Non si tratta di una rappresentazione somatica ma di una immagine simbolica dell’identità: la dimensione dell’autoritratto si esprime fuori dal registro convenzionale, per collocarlo in uno spazio concettuale e materico. Il sé diventa pelle riflettente, ferita cucita, tensione tra visibilità e occultamento: un’immagine che interroga lo spettatore non su chi sia l’artista, ma su come ogni identità si componga di aperture e negazioni, fragilità e difese.
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La Principessa sul bidet Tecnica: Tecnica mista Anno: NDDimensione: 47 x 47 cm
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La Principessa sul bidet Tecnica: Tecnica mista Anno: NDDimensione: 37 x 37 cm
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La Principessa sul bidet Tecnica: Tecnica mista Anno: NDDimensione: 27 x 27 cm
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Fernando Manuel Ricárdez Lara Tecnica: Digital animation loop (MP4) Anno: 2023 Dimensione: Variable (video projection or screen installation) Descrizione: Espera is a digital animation loop created from a cranial resonance and a photograph taken during a four-hour wait at a public hospital in Mexico. Inside the skull, the waiting bench becomes a space of solitude, contrasting the overcrowded hospital with the inner world of the patient. The work reflects on suspended time, and the dialogue between clinical imagery and personal memory
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Rosa Chemical e Edoardo Bansone Tecnica: Mista Anno: 2025 Dimensione: 100x70 cm Descrizione: UNO//MATERIA è un progetto artistico di Rosa Chemical ed Edoardo Bansone che esplora il dualismo tra principio spirituale e realtà materiale. Sei opere post-graffitiste mettono in tensione l’unità invisibile dell’“Uno” e la frammentazione del mondo fisico. La pittura diventa rito, il gesto diventa segno di un conflitto: elevazione e caduta, ordine e caos, spirito e corpo. Il titolo stesso è frattura e ponte: UNO, come aspirazione all’assoluto; MATERIA, come carne viva dell’esperienza. In questo spazio liminale, l’arte si fa luogo di attraversamento, incarnando il tentativo umano di riconciliarsi con la propria natura divisa.
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Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
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Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
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Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
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Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
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Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
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Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
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Diego Azzola Tecnica: Calchi in lattice colorato e riempitivo di poliuretano Anno: 2025 Descrizione: The work features a series of frogs caught in a state of apparent explosion, fragmented, mutating bodies that evoke a deep tension toward transformation. The frog, a symbol par excellence of metamorphosis and unstable identity, becomes an emblem of hybridity and perpetual becoming. The piece explores the human drive toward modification and the transgression of biological and morphological boundaries. It suggests a body that disintegrates, loses its coherent form, and evolves into something else, an unstable, vulnerable, yet potentially generative entity. The installation also references real-life experimental practices, such as genetic manipulation conducted on frogs and toads, where animals were decapitated to create headless organisms, ideal for meat production. This unsettling context informs the sculptural forms, in which the frogs’ heads appear to detach and drift away from their bodies, as if resisting a fate of control and commodification.
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Tecnica: Film Photography Anno: 2025 Dimensione opera: 30 x 70 cm Descrizione: Prompted by personal experiences of harassment and abuse, and engaging critically with Italian rape culture, A Seed Has No Pronouns is Eleonora’s reflection on the paradoxes of gender binarism and an attempt to challenge the stigmas surrounding femininity and masculinity.In this context, gender binarism is seen as complicit in upholding patriarchal structures, as it assigns rigid societal and phenomenological traits to "females" and "males." Such distinctions reinforce biased gender roles based on anatomy, deepening the divide between individuals.In a society structured around gendered objectification, the image of the cracked fruit reminds the toxic consequences of gender discrimination while simultaneously evoking the seed – a symbol of untapped potential that, slipping away from gender rules, creates unity and untapped possibilities of harmony and beauty.
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Tecnica: Film Photography Anno: 2025 Dimensione opera: 30 x 70 cm Descrizione: Prompted by personal experiences of harassment and abuse, and engaging critically with Italian rape culture, A Seed Has No Pronouns is Eleonora’s reflection on the paradoxes of gender binarism and an attempt to challenge the stigmas surrounding femininity and masculinity.In this context, gender binarism is seen as complicit in upholding patriarchal structures, as it assigns rigid societal and phenomenological traits to "females" and "males." Such distinctions reinforce biased gender roles based on anatomy, deepening the divide between individuals.In a society structured around gendered objectification, the image of the cracked fruit reminds the toxic consequences of gender discrimination while simultaneously evoking the seed – a symbol of untapped potential that, slipping away from gender rules, creates unity and untapped possibilities of harmony and beauty.
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Enrico Gottardi Tecnica: Acciaio inossidabile e rete metallica Anno: 2025 Dimensione opera: 100 x 20 cm Descrizione: Nella grande danza cosmica quando i semi cadono a terra ogni cosa giunge a compimento. Similmente la caduta delle foglie indica il termine di un ciclo. Foglie e semi dell’albero di Ginkgo sono legati a un episodio drammatico contraddistinto anch’esso da un moto di caduta. Quando il seme d’acciaio cadde su Hiroshima, la deflagrazione distorse le linee di forza inizio e fine. La distruzione fu pressoché totale determinando in modo funesto il crollo di un mondo e il principio di un altro. Eppure fu proprio il Ginkgo a germogliare nuovamente laddove non si riteneva possibile, stante la tendenza della vita a contrastare l’esaurirsi delle cose. L’opera è costituita da un numero non predefinito di foglie d’acciaio di Ginkgo Biloba della dimensione di 4×4 cm circa realizzate con la tecnica dell’origami. Tali foglie sono raccolte all’interno di una rete metallica rigida a maglie strette preformata a cilindro della dimensione di 20 cm di diametro e 100 cm di altezza. L’opera poggerà direttamente a terra senza alcun supporto a fare da base.
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Menta Handmade Ceramics Tecnica: Ceramica, smalti, argilla e Oro 12% Anno: 2019Dimensione senza cornice: 100 x 45 x 45 cmDescrizione: Il Sogno dei Licheni nasce partendo dall’ osservazione e dallo studio delle più comuni e sottostimate specie vegetali, le cosiddette erbacce.Non rivestendo apparentemente alcuna funzione ritenuta utile e crescendo in maniera incontrollata, le vengono generalmente attribuiti aggettivi e sostantivi di natura negativa e sprezzante. Con elevato potere resiliente e persistenti, amano le rovine, i ruderi, alla conquista del mondo si spostano da un luogo all’altro, come popolazioni nomadi, che camminano senza fissa dimora e alle quali spesso si vieta il diritto essenziale alla dignità, alla sopravvivenza.
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Menta Handmade Ceramics Tecnica: Ceramica, smalti, argilla e Oro 12% Anno: 2025Dimensione senza cornice: 55 x 28 cmDescrizione: Un vaso giardino riflesso di una visione. Il sogno di felicità non è statico, ma un processo di continua trasformazione, in cui ogni cambiamento è una tappa necessaria per raggiungere un equilibrio. La bellezza del giardino sta nell'accogliere ogni fase, con la consapevolezza che ogni fiore che appassisce è solo un passo verso una nuova fioritura.
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Il Duca Dei Vandali Tecnica: Fotografia, stampa da scansione, negativo in doppia esposizione Anno: 2023 Dimensione: 24 x 30 cm Descrizione: Un giorno, a casa mia, notai una voragine aperta nel muro. Il proprietario spiegò che la causa era la canna fumaria, non riempita correttamente, e che il vuoto aveva provocato il crollo di quella parte di muro. In quell’istante percepii una connessione profonda tra me, quella crepa e il vuoto che sentivo dentro di me. Decisi così di trasformare quell’esperienza in un’opera, realizzando una doppia esposizione su negativo, combinando una mia vecchia fotografia con l’immagine della voragine. Il risultato cattura perfettamente ciò che provavo in quel periodo: un vuoto, una ferita interiore che fatica a rimarginarsi, contrapposta alla volontà di creare qualcosa di bello, un atto d’amore verso me stesso e una memoria di quella condizione. L’opera nasce dalla volontà di trasformare il dolore in creatività, la mancanza in forma, e di celebrare la capacità di prendersi cura di sé, nonostante tutto.
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Il Duca Dei Vandali Tecnica: Fotografia, stampa ai sali d'argento con negativo sottoposto a mordencage Anno: 2025 Dimensione: 24 x 30 cm Descrizione: L’opera nasce dal tentativo di superare un lutto d’amore attraverso quello che Freud chiamava “sublimazione”: un meccanismo inconscio che permette di trasformare pulsioni intense in espressione artistica o fede religiosa. La tecnica impiegata, il mordencage, rispecchia pienamente questo intento. Il negativo fotografico, ovvero la matrice della foto, viene immerso in una soluzione che liquefa i sali d’argento, separandoli dal negativo e generando un effetto distruttivo e casuale. Il sacrificio, nella storia umana, è sempre stato un atto volto a favoreggiarsi un dio, senza conoscere però l’esito, data la sua natura imprevedibile e folle. Da qui il titolo dell’opera, Sacrificium, dal latino “atto di rendere sacro”. Ho trasformato l’unico ricordo che ho di una persona a me cara, elevandolo a qualcosa di superiore. Attraverso questo gesto radicale, cercavo di creare un’opera che perdurasse nel tempo e al contempo esorcizzasse il dolore del lutto. Il sacro non segue logiche umane: è casuale e imprevedibile. Così come l’amore e il dolore, appare inspiegabile e irrazionale. La trasformazione del ricordo diventa allora un rito, un atto folle e sacro, attraverso cui il dolore si trasforma in memoria duratura.
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Eve Witwicki Tecnica: Digital photography/collage Anno: 2020 Dimensione: 45 x 14 cm Descrizione: The back of a woman — a landscape of curves and constellations. Her skin, covered with freckles and moles, becomes the sky itself — full of migrating birds. The body and the earth dissolve into one another; what seems human becomes the horizon, and what seems sky becomes part of the skin. It’s a meditation on belonging — we are not separate from nature; we are nature.
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Eve Witwicki Tecnica: Digital photography/collage Anno: 2020 Dimensione: 46 x 14 cm Descrizione: A collage where the mountain landscape merges with the body — the place where life begins. The hand gently covering the form is not about concealment but about care, awareness, and reverence. It speaks of fragility and strength, of the sacred connection between woman and earth. The mountain becomes the womb of the world, the reversed peak — the gateway through which life flows.
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Eve Witwicki Tecnica: Digital photography/collage Anno: 2020 Dimensione: 46 x 14 cm Descrizione: A poetic reflection on the connection between the female body and nature. The image intertwines the curve of the breast and the rosebud — as symbols of creation, nurturing, and the vital essence flowing through all living things. It’s not about eroticism, but about the profound bond between woman and earth — the nectar of life itself.
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Osvaldo Neirotti Tecnica: Acrilico su poliestruso espanso sovrapposto Anno: 2025 Dimensione: 120 x 60 cm Descrizione: Questa opera è uno dei 5 attualmente realizzati che fanno parte del tema Animali di Pietra. In particolare questa opera ci racconta i ricordi. I nostri ricordi come i sogni spesso non sono nitidi, ciò che rimane evidenziato sono dei particolari. In questo caso si vuole puntare l'attenzione che per esempio mia figlia non potrà mai avere un ricordo di un rinoceronte bianco perché ormai estinto. Forse si ricorderà della giraffa e del suo habitat.
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Osvaldo Neirotti Tecnica: Acrilico | Pennarello su tela Anno: 2024 Dimensione: 90 x 90 cm Descrizione: Questa opera fa parte del tema PoParticolare, sono state realizzate circa 20 opere che ironizzano sulla società, su artisti o su argomenti di attualità A VOLTE IL CERVELLO CI PRENDE IN GIRO. INSIEME ALL’ARTE CI CONCEDE L’ILLUSIONE DI VEDERE NELL’IMMAGINE CIO’ CHE GLI STESSI OCCHI CI SUGGERISCONO.... IO CI VEDO SEMPLICEMENTE UNA PESCA
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Osvaldo Neirotti Tecnica: Acrilico | Pennarello Anno: 2024 Dimensione: 90 x 90 cm Descrizione: Questa opera fa parte del tema PoParticolare, sono state realizzate circa 20 opere che ironizzano sulla società, su artisti o su argomenti di attualità Nel Rinascimento il mondo ruotava intorno a Dio e l'Uomo , gli Angeli erano il collegamento con il Divino. Oggi uno smartphone è un collegamento per troppi e le corporazioni sono viste come gli Angeli, ma dall'altra parte del "filo" non c'è un dio
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Antonella Eugeni Tecnica: Acrilico su tela Anno: 2025 Dimensione: 65 x 90 cm Descrizione: Lo scambio delle maschere simboleggia lo scambio delle anime, seguendo il concettuale di Carl Gustav Jung
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Antonella Eugeni Tecnica: Acrilico Anno: 2025 Dimensione: 100 x 100 cm Descrizione: Figura femminile in un momento di introspezione, simboleggia il tempo che si dilata
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Noemi Ferraioli Tecnica: Digitale Anno: 2024 Dimensioni senza cornice: 30 x 40 cm Descrizione: L’opera mira a raccontare la natura come qualcosa di vivo, dinamico, in cui tutto è in costante evoluzione. Anche i dettagli nell’immagine suggeriscono dinamismo: i fiori che sbocciano rigogliosi sui rami, il vestito leggero che si muove con grazia e, soprattutto, i capelli della figura femminile -simbolo della Natura- mossi come da una brezza delicata, ma costante.
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Noemi Ferraioli Tecnica: Digitale Anno: 2024 Dimensioni senza cornice: 30 x 21 cm Descrizione: L’opera trae ispirazione dal filo rosso a sette nodi, simbolo legato alla Kabbalah e presente anche in diverse culture antiche. Il colore rosso, acceso e significativo, e i toni grigio scuri che dominano la composizione, creano un forte impatto visivo e simbolico.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Acrilico|Vernice spray Anno: 2025 Dimensione: : 70X100 Descrizione: Terza opera dove la silhouette femminile, nera ed essenziale, si staglia su uno sfondo arancio vibrante che richiama energia, vitalità e calore. La chioma si trasforma in una costellazione di colori e materia, ottenuta attraverso una fitta tessitura di segni e punti che restituiscono l’idea di ricchezza, varietà e splendore. Gli orecchini circolari dorati sottolineano l’identità e l’orgoglio culturale della figura, restituendo una presenza forte e affermativa.
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Gianfranco Fiore Tecnica: Acrilico|Vernice spray Anno: 2025 Dimensione: : 100x100 cm Descrizione: Quest’opera, parte integrante della precedente, ribalta il linguaggio visivo sostituendo la silhouette nera con una figura bianca. Il contrasto non è opposizione, ma complementarità: bianco e nero diventano due facce della stessa umanità, due presenze che si completano. La chioma, sempre esplosione di segni e pensieri, riafferma il valore universale dell’identità e si fa dichiarazione contro ogni forma di discriminazione.




























































