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Aleandro Sinatra Tecnica: Acquerello soffiato su carta Anno: 2019-20 Dimensione senza cornice: 56cm x 42cm Descrizione: L’opera si compone di quattro campi monocromi blu, dove il colore, guidato dal respiro, si dirama seguendo una logica organica
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Maria Luisa Imperiali Tecnica: Rielaborazione fotografica stampata su forex. Inserimento foto intervento plastico da me elaborato tridimensionalmente Anno: 2007 Dimensione senza cornice: cm 50 x 70 Descrizione: Ho pensato ai paesaggi urbani come luoghi popolati da contenitori protettivi. Esterno che si può mostrare e interno che si cela e ci protegge. Non è così per sempre e per tutti, "Rimanere fuori" quando i luoghi si chiudono, realmente e metaforicamente ,è come dormire all'addiaccio.Il disagio cresce riflesso sui vetri chiusi di una finestra.
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Giovanna Carà Tecnica: matita bianca su foglio nero Anno: 2025 Dimensione senza cornice: 50×70 cm Descrizione: "Tre fagioli all'ombra della luce" è stata un'installazione estemporanea la cui esistenza è legata alle piantine ancora in crescita e alla memoria dell'evento, rimasto nella mente delle persone che si sono soffermate con un primo sguardo e hanno superato il timore di intervenire e partecipare nel ritrarle. La Natura, unica artista che ha dato vita agli umili fagioli, soggetto rappresentato da grandi maestri e che in questo caso, possono essere rappresentati come protagonisti essendo pianta dalla bellezza inconsueta degna di un ritratto. La documentazione fotografica lascia intuire l'attenzione condivisa, momento emotivamente significativo, nell'atto di guardare e partecipare con divertita sorpresa.
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Marzia Ciliberto Tecnica: Olio su telaAnno: 2019 Dimensione senza cornice: 40 x 30 cm Descrizione: La tela rappresenta l'incapacità umana di raggiungere ciò a cui si anela. E' una condizione che causa frustrazione e insoddisfazione, eppure è anche motivo per spingersi oltre i propri limiti
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La Principessa sul bidet Tecnica: mista (plastica, resina, vernici, vetro infrangibile)Anno: 2023 Dimensione senza cornice: 40 x 49 x 65 cm Descrizione: La mia opera più emblematica è il bidet, declinato in una serie di temi che trasmettono messaggi filosofici, politici, economici e culturali, spesso accompagnati da una vena umoristica (il titolo, con i suoi giochi di parole,é sempre parte integrante dell'opera). “Il bidet è la mia tela, un mezzo come un altro per scrivere e formulare il mio messaggio. L'obiettivo del mio lavoro? Reinventare il modo in cui percepiamo questo oggetto, creando un impatto sociale, culturale e artistico”. Il bidet rivisitato non è solo un oggetto funzionale, ma anche concettuale: una provocazione e un invito a ripensare l'intimità e l'identità culturale. Un'opera d'arte che stimola la riflessione e il dialogo, ridefinendo i confini dell’espressione nella tradizione di Duchamp e del Dadaismo. Il bidet è un accessorio discreto e quotidiano. Eppure racchiude un forte potenziale simbolico. Come oggetto di transizione tra corpo e spazio, riflette le nostre norme, abitudini e tabù. Celebrare il bidet significa spostare lo sguardo, unire l'intimo e il pubblico, il banale e il sacro, il funzionale e il poetico. Il bidet non é esposto soltanto in spazi dediti all'arte. Il bidet diventa una nuova icona urbana: trascendendo la sua utilizzazione originaria, esso conquista anche spazi pubblici e ambienti naturali piu disparati. Paesaggi e luoghi iconici di diverse città fanno da sfondo ai miei bidet: una sorta di galleria d'arte a cielo aperto per sottolineare la sacralità di questo oggetto (vi invito a guardare sul mio instagram le performances che ho fatto in giro per il mondo e che hanno permesso anche al pubblico di interagire e aprire un vero dialogo). Il bidet che ho scelto di offrire in questa mostra nell'anniversario della morte di Edoardo di Mauro si intitola 'Banana RAPublique", un'opera contro i regimi politici dominanti e antidemocratici nella quale l'ironia del gioco di parole RAP é salvifica e dissacrante e riporta all'atmosfera coinvolgente del rap e della cultura hip pop.
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Ply Tecnica: Pittura digitale Dimensione: 80×80 Anno: 2025 Descrizione: Un uomo nero con una maschera bianca in faccia, incastrato come in una gabbia. La frase BLACK SKIN WHITE MASK riprende il titolo di un saggio scritto da Franz Fanon che analizza le conseguenze psicologiche e politiche del colonialismo sull’individuo nero e viene trascritta in grande come fosse una condanna. Oppression submission domination, queste parole parlano chiaro: è il potere bianco che controlla che schiaccia e trasforma l’identità in una trappola. L’opera è una denuncia visiva dell’auto razzismo e del desiderio tossico di diventare loppressore. L’ispirazione principale per quest’opera proviene da riferimenti cinematografici del cinema black di Spike Lee e Jordan Peele che denunciano profondamente tematiche come queste. Ispirazione però evidente è il personaggio afroamericano razzista interpretato da Samuel L. Jackson in Django unchained .
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Ply Tecnica: Pittura digitale Dimensione: 100×70 Anno: 2025 Descrizione: L’opera denuncia il paradosso della cultura dell’ostentazione nel mondo afroamericano. Le catene d’oro,simbolo di successo nel mondo hip-hop, diventano una nuova forma di schiavitù. Il volto centrale, ispirato all’estetica tribale e urbana,rappresenta l’identità nera intrappolata tra ego, consumismo e controllo. Le scritte "still slave","plastic gods" urlano un disagio contemporaneo: libertà apparente, ma condizionata. È una critica chiara al potere bianco, all’autorazzismo e alla falsa emancipazione. L’opera è stata ispirata principalmente dalla musica che ascolto costantemente, una frase nella canzone Saint Pablo di Kanye West che recita "400 years later,we buyin’ our own chains" è l’ispirazione più grande insieme ad altri suoi testi che criticano apertamente questo mondo.
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technique: Tecnica mista (plastica, vernice, resina)year: 2025dimensions: 50 x 50description: Dal greco Hyalos =trasparente. E' da qui che deriva acido ialuronico, l 'elisir di giovinezza forse più utilizzato di questi tempi. Nella società moderna, la corsa contro il tempo , il tripudio degli integratori alimentari, degli anti Age, delle compresse di ogni tipo per prevenire ogni danno e ogni decadenza, l accanimento della cura del "tutto" vince su ogni altra battaglia. La guerra contro i radicali liberi e' ormai sfrontata e potente. Questa donna simbolizza la dea della giovinezza eterna (giusta o sbagliata?), rimpolpata da pillole di ogni tipo e colore..
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Sara Sottile Technique: Performance e installazione Year of creation: 2025 Dimensions: 90x130x124cm Description: Given the current times, we have imagined man standing still. The human floats abandoned, rediscovers lightness, sees otherness, perceives it, realises he is part of it and dances with it. The intention is to overcome the traditional idea of the human being as an isolated individual at the centre of everything. In this direction, we propose a vision of the self as open, porous, always in relation to the environment, other life forms and social systems. Inspirations: Donna Haraway, Bruno Latour, Organismendemokratie, Alexandra Daisy Ginsberg, Virgilio Sieni, Polly Higgins. Self'n system began as a performance and turned into an installation, articulating itself into Forma Plastica, sound design and live performance. Forma Plastica was realised in 2025 in Turin by Rossana Simeoni as a search for dialogue with otherness. The work is the result of studies by Rebecca Horn, Joseph Beuys, Pina Bausch and Alexander Calder. Forma Plastica, flexible and light, urges dialogue. The work changes and redefines itself according to the perspective from which it is viewed. Composition: green elastic fabric, fibreglass rod and resin Size: 90x130x124cm Weight: 1.3kg Sound design The track entitled Moto Ondoso was made by Letizia Macrì and Fabio Abate in Catania in 2024. It was created as a sound reproduction of the wave motion of the marine biome. Composition: natural sounds, percussion, voices and electronic pads. Duration: 2.25 min If necessary, we will provide our own sound system.
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Sold OutSOLDGiancarlo Poli Technique: Acrilico su cartone telato Year of creation: 2022 Dimensions: 40cm x 40cm Description: An accidental perspective in blue ink, a powder-pink background, a collage of a photographic portrait of a man from the early 1900s. These are the references to architectural roots. The nostalgic idea of Postmodernism capable of dialoguing with the antique to invent a new art form
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Giancarlo Poli Technique: Gesso Year of creation: 2025 Dimensions: 16cm x 16cm Description: A pipe and a cigar crossed: a queer version of Chrismon. The pain and pleasure of BDSM practices. The international code of Switzerland, a country of peace. La trahison des images. The three-dimensionality of the stiacciato as a choice to give greater strength and realism to the artistic message.
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Giulia Nestola Tecnica: Inchiostro|Incisione Anno: 2024 Dimensioni: 49,5cm x 35cm Descrizione: mappa senza legenda. perché il margine ti tiene dove devi dovresti stare stai. e invece è solo un tuo modo elegante per non uscire dal seminato. chi vuole fare tutto bene e finisce per versare il vino sulla tovaglia. avere pazienza, stappare una bottiglia con l’imprevisto, il caso e la necessità che le cose cambiano a seconda di come le guardi, spallate per aprire porte che sembrano chiuse a chiave e che invece cigolano al primo colpo. incassare i pugni che ti fanno alzare gli occhi. prendersi a morsi. vedere a malapena il proprio respiro, ma respirare, basta un segno. il margine era il posto più giusto per iniziare a smarginare. gli avvoltoi buoni, le mani a coppa, allargare i gomiti.
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Chi.Collage Tecnica: Collage analogico con "fotografia inutile" come sfondo Anno: 2024 Dimensione: 40cm x 30cm Descrizione: Siamo insieme da 11 anni, abbiamo vissuto tanti momenti belli però abbiamo avuto anche una crisi durante la quale ci siamo quasi lasciati. Nonostante fossimo su lunghezze d'onda diverse l'amore c'era ancora. Dopo quella crisi il nostro rapporto è cambiato, il nostro ecosistema è più in equilibrio. Questo non vuol dire che non ci siano dei momenti di tensione o discussioni, però questi episodi sono diventati delle occasioni per rinascere. Durerà per sempre? Non lo sappiamo, ovviamente abbiamo dei progetti però ci piace vivere il presente, effimero quanto infinito." (ROBERTA) No Vendita.
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Michela Taeggi Tecnica: Photo trouvée, foglia d'oro. Anno: 2024 Dimensione: 47×37 cm Descrizione: Questo progetto è dedicato a tutte le donne che lottano contro situazioni di controllo o violenza domestica, dove la loro libertà e dignità sono minacciate costantemente. A tutte quelle donne che trovano la forza di resistere e che continuano a cercare la propria voce e a difendere la propria dignità giorno per giorno. L'amore vero è libertà e rispetto reciproco, non abuso e sopraffazione. È un invito a tutte le donne a non confondere il vero amore con le catene che limitano la loro libertà.
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Michela Taeggi Tecnica: Photo trouvée, foglia d'oro. Anno: 2024 Dimensione: 40 x 50 cm Descrizione: Final Statement è un progetto intimo e corale nato da una riflessione personale sulle ultime parole ascoltate da persone amate, parole che — consapevoli o involontarie — hanno segnato la fine di un legame. Il punto di partenza è autobiografico, ma si intreccia presto a un’indagine più ampia, ispirata a uno studio sulle dichiarazioni finali dei condannati a morte negli Stati Uniti. Nonostante il contesto drammatico, in quelle ultime parole emerge una sorprendente densità emotiva fatta di amore, perdono e riconoscenza. Le parole più ricorrenti? “Amore”, “Dio”, “grazie”, “famiglia”, “scusa”. Da qui, l’idea di chiedere ad amici e conoscenti di condividere le ultime parole udite da chi non c’è più. Il risultato è un’opera collettiva che attraversa dolore e memoria, ma approda alla luce: un invito ad ascoltare davvero, a cogliere il valore profondo delle parole, anche — e soprattutto — quando bruciano. Perché ciò che resta può diventare consolazione, direzione, testimonianza viva di un legame che, in qualche modo, continua.
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AlieNadia Tecnica: Trasformazione digitale di dipinto in acrilico su tela e radiografia. Anno: 2022 Dimensioni: 40cm x 40cm Descrizione: Talvolta anche la stella più brillante non ce la fa più. Succede che quando esaurisce il suo carburante collassa su se stessa ed esplode in una supernova. Parrebbe la fine, in realtà non è altro che un nuovo magnifico inizio: sebbene solo per un breve istante diventi l’oggetto più splendente nel cielo, le conseguenze che questo porta con sé influenzano a lungo tutto l’ambiente circostante. Le onde d'urto generate da questa esplosione, sovraccaricando questo folgorante relitto stellare e tutto ciò che lo circonda, fanno brillare i detriti in un’incredibile varietà di radiazioni elettromagnetiche. La stella di neutroni che lascia dietro di sé è il suo concentrato vitale da cui si possono formare nuovi destini, nuova polvere di stelle destinata a divenire sole nell’eterno divenire. Non posso fare a meno di cogliere la connessione con l’universale afflato che aggrega il cosmo in una catena in cui l’uomo è al contempo riproduzione infinitesima e infinita. E in questo equilibrio in cui ci troviamo per un caso divino, in cui la divinità è chimica e casualità cui il nostro alito di vita vuol dare nome di Dio, il concentrato splendente di energia che divampa in ognuno di noi può esaurirsi. L’esplosione che ne consegue spesso si stempera nell’indifferenza ma talvolta alcuni soli folgorano le nostre anime e si propagano nel loro mutare. I loro spettri atomici, come un occhio perpetuo, ci attraversano e ci spogliano di ogni inutilità intravedendo in ciò che rimane il significato eterno della creazione.
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aleriga Tecnica: Hyperbutt nasce nell’ecosistema digitale tramite un’accurata modellazione 3D. La geometria si costruisce su codificate e rigorose regole geometriche e proporzioni auree. La scultura blu proposta non è altro che la prima declinazione fisica di questa geometria, ed è costituita da gomma poliuretanica modellata tramite frasatura CNC, una floccatura a spruzzo le dona poi una finiutra blu con texture v Anno: 2025 Dimensione: 53x60x52 cm Descrizione: Hyper nella forma, nella funzione e nel linguaggio espressivo, Hyperbutt si presenta come un culo indipendentemente da dove lo si guarda, questa caratteristica lo rende eternamente manifesto, pertanto sincero e sempre vero. A prima vista seduttiva e ironica, questa geometria evoca senza equivoci un’iconografia corporea — un gluteo — che si offre allo sguardo con assoluta frontalità, da ogni lato. Non è un riferimento, ma un’essenza: Hyperbutt non rappresenta un sedere, è il sedere. Una geometria primitiva ed irriducibile capace di prestarsi ad innumerevoli funzioni, questa forma archetipica si può declinare in molteplici funzioni, come “pouf”, “lampada”, “dolce” o “scultura digitale”, affermando la sua natura proteiforme e post-identitaria. Hyperbutt va oltre l’ironia o il simbolismo formale: invita a una riflessione sulla relatività della percezione. Ogni cosa che ci circonda — lo spazio che permeiamo, gli oggetti che attraversano la nostra quotidianità, le persone che incontriamo — è costantemente soggetta al mutamento della nostra prospettiva, sia essa fisica (dove ci troviamo) o emotiva (come ci sentiamo). La percezione, infatti, non è mai oggettiva: è condizionata dallo sguardo, dal tempo, dall’esperienza. In questo orizzonte instabile, Hyperbutt si distingue per la sua verità strutturale: appare sempre per quello che è, indipendentemente dall’angolo o dallo stato d’animo da cui lo si osserva. Questa radicale coerenza lo rende quasi umano: come una persona che sceglie di mostrarsi sempre senza maschere, con il proprio Io originario e sincero, anche nei contesti più mutevoli. Hyperbutt è un inno al paradosso: concreto ma fluido, ironico ma profondo, corporeo ma astratto. Un oggetto manifesto, che ci guarda mentre lo guardiamo. Hyperbutt esiste per ricordarci che pur restando sempre fedeli a ciò che siamo possiamo diventare qualunque cosa.
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Laura Skehan Tecnica: Photo Anno: 2021 Dimensione: 90 x 60 cm Descrizione: A breath (2021) was taken near Seltún, in southwest Iceland, a golden moment of silence at a hot spring along the Seljalandsá River. Hot springs and rivers contain large amounts of dissolved minerals. Ancient versions of these springs and the minerals within them performed a key chemical reaction for early life on Earth. The historic and the ephemeral merged in that moment as I watched the steam rise in the golden light. I contemplated those ancient springs, what it must have been like the very moment before life emerged. Just then, a bus full of visitors arrived to explore the Seltún area.
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Laura Skehan Tecnica: Photo Anno: 2021 Dimensione: 90 x 60 cm Descrizione: What We’ve Seen was taken during my first visit to Reynisfjara Beach in Iceland while on residency SIM Residency in 2021. I look to the stories of the land and how they are translated to us, a dynamic language that is performed through movement, making, watching, listening. The beach is a famous volcanic black sand beach with ferociously strong waves… tourists have been known to tread too closely to the water and be pulled in by the combination of the heavy coarse sand and the power of the ocean. The landscape is phenomenal, and the dramatic power of the Atlantic Ocean allows the beach sheltered by the basalt formations to become a natural amphitheatre. My focus was of course on the rock face… Towering, undulating basalt columns, similar to the Giant Causeway, familiar to us at home. I thought about the stories this one had seen. The tragedies the rock face had witnessed in both human and more than human… the changing landscape, the influx of transient people to the south Icelandic coast. The damage that might do.. the reminder that the waves and the earth must be respected. I spent quite a bit of time in the freezing cold, watching and listening to how other people interacted with the landscape and dramatic exchanges between the human, the ocean and the rock face. While the work is about the exquisite detail and history of the geological phenomenon, I also like to think of it as a portrait of the rock as it watches the drama unfold in front of it, or behind the camera.
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Laura Skehan Tecnica: Photo Anno: 2024 Dimensione: 90 x 60 cm Descrizione: In 2024, I spent time working in the community garden at Moabit Stadtgarten city park while I was an artist in residence at ZK/U, Centre for Art and Urbanistics in Berlin. I observed the changes of light, the flowering of the plants and the fruit that followed , the insects and the creatures that explored this urban meadow, the wanted plants and the weeds, all eventually to decay when the winter would came. This cycle became symbolic and an opportunity to be reflective. The garden asking nothing of me, but to witness and to loose myself in thought. An opportunity to remember. I wrote constantly that summer. What presented in my scribbled notes were resolutions around missed opportunities, unfollowed dreams, first kisses, a longing for something (not quite sure what though), a fear of self-acceptance, resistance through joy and sharing, a recognition of the time passing, moments of boredom and of bliss. The stories and histories that were embedded with each plant, a shared mumbled moment in time. The hope of spring, the fruitful summer, the abundance of the harvest and a reflective period in Autumn to prepare for the long winter nights, hibernating, protecting... only to begin again. This work featured in the final exhibition INTERZONE at ZK/U, an exhibition exploring the parallels within culture and the diversity of the queer community and biodiversity of urban green space, particularly the contested spaces of community gardens as places of growth, memory and resistance.




















