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Silvia Corti Tecnica: Fotografia, Trittico che riporta sul retro dell’opera la scritta: “Sussurro alla tua pelle con la vibrazione delle mie emozioni.” Anno: 2025 Dimensioni: 50 X 70 cm Descrizione: Questo trittico è una deflagrazione sensuale di luce, corpo e memoria. È un linguaggio che non si pronuncia, ma si manifesta: un’emanazione silenziosa, un sussurro visivo che vibra nello spazio tra un’emozione e l’altra. La parola, qui, si fa carne pulsante, colore liquido, riflesso che pulsa sotto la pelle. È l’istante prima del linguaggio, quello in cui si sente tutto, ma non si può ancora dire nulla. Ogni immagine è un respiro trattenuto, una soglia in cui il corpo incontra la parola nel suo stato più primitivo: quello della vibrazione. L’opera nasce da un ascolto profondo della materia – luce, metallo, superficie – che diventa veicolo di un contatto più sottile. È una poesia muta che si insinua nei sensi, innescando un cortocircuito tra la vista e il sentire. Completa il trittico una frase, sospesa tra il desiderio e l’intimità: “Sussurro alla tua pelle con la vibrazione delle mie emozioni.” Questa dichiarazione non è soltanto testo: è il cuore segreto dell’opera, il suo battito sommerso. È la prova che l’arte, come la parola, può accadere senza essere detta, trasformandosi in atto sensibile, in tocco, in verità incarnata. Come scriveva Lalla Romano, “le parole sono segni, e si può anche scrivere con la pelle”; e in fondo, è proprio ciò che accade qui. Le immagini si fanno corpo, e nel loro silenzio visivo echeggia quella “voce che non è voce” evocata da Eugenio Montale – la stessa che ci attraversa quando il linguaggio cede il passo all’essenza. È lì che si crea lo spazio per un legame: tra noi, leggere.
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AlieNadia Tecnica: Trasformazione digitale di dipinto in acrilico su tela e fotografia antica. Anno: 2022 Dimensioni: 30cm x 40cm Descrizione: Questo bimbo corrucciato si chiamava Dante. La foto che ho usato nella mia composizione artistica ha oltre 100 anni e la voglio celebrare per la sua bellezza e per tutto il destino che, senza ancora conoscerlo, questo bambino ci ha raccontato quel giorno in cui la luce lo catturò sulla carta. Un partigiano italiano che sacrificò la sua vita all’età di vent’anni nel tentativo di salvare un compagno gravemente ferito. E nella poltrona avvolgente, protetto e riscaldato dalle coperte che si facevano grembo materno, poteva adagiarsi nudo e forte, oltre ogni apparenza, esattamente com’era venuto al mondo, per dire all’Universo: “io ci sono, farò la mia parte, costi quel che costi”. Ed è nella polvere delle stelle che lo voglio ricordare.
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AlieNadia Tecnica: Trasformazione digitale di dipinto in acrilico su tela e radiografia. Anno: 2022 Dimensioni: 40cm x 40cm Descrizione: Talvolta anche la stella più brillante non ce la fa più. Succede che quando esaurisce il suo carburante collassa su se stessa ed esplode in una supernova. Parrebbe la fine, in realtà non è altro che un nuovo magnifico inizio: sebbene solo per un breve istante diventi l’oggetto più splendente nel cielo, le conseguenze che questo porta con sé influenzano a lungo tutto l’ambiente circostante. Le onde d'urto generate da questa esplosione, sovraccaricando questo folgorante relitto stellare e tutto ciò che lo circonda, fanno brillare i detriti in un’incredibile varietà di radiazioni elettromagnetiche. La stella di neutroni che lascia dietro di sé è il suo concentrato vitale da cui si possono formare nuovi destini, nuova polvere di stelle destinata a divenire sole nell’eterno divenire. Non posso fare a meno di cogliere la connessione con l’universale afflato che aggrega il cosmo in una catena in cui l’uomo è al contempo riproduzione infinitesima e infinita. E in questo equilibrio in cui ci troviamo per un caso divino, in cui la divinità è chimica e casualità cui il nostro alito di vita vuol dare nome di Dio, il concentrato splendente di energia che divampa in ognuno di noi può esaurirsi. L’esplosione che ne consegue spesso si stempera nell’indifferenza ma talvolta alcuni soli folgorano le nostre anime e si propagano nel loro mutare. I loro spettri atomici, come un occhio perpetuo, ci attraversano e ci spogliano di ogni inutilità intravedendo in ciò che rimane il significato eterno della creazione.