Arteaporte
  • It’s ok

    406,00 
    Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
  • Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
  • Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
  • Alice Biondin Tecnica: Collage a tecnica mista su carta Anno: 2020/2022 Dimensione senza cornice: 21x29,7 cm Dimensione con cornice: 32,5 x 41 cm Descrizione: BLEEDING DAYS è una serie di collage costantemente in evoluzione che mette in luce il rapporto ancora inspiegabilmente ombroso fra donna, mestruazioni e società. Attorno al ciclo femminile ci sono falsi miti, infinite dicerie, improbabili teorie, tantissimi tabù e molta censura. Si affronta questo tema con un alone di titubanza e riluttanza; permane ancora in molte persone un velo sulla lingua, parlare apertamente di perdite, sangue, dolore, disagio, instabilità, frustrazione è scomodo e – praticamente – quasi sempre noi donne ci sentiamo fuori luogo per un evento che è del tutto naturale. Il senso della vergogna, del pudore e dell’inadeguatezza ci viene trasmesso sin da piccole e in una società dove regna ancora l’asfissiante misoginia, che è ormai interiorizzata, è difficile far risaltare tematiche prettamente femminili. “La serie Bleeding days mette in evidenza il rapporto tra mestruazioni e donne attraverso collage polimaterici. L’indagine di Alice Biondin verte sulla percezione di questo evento nella società attuale, ponendo l’enfasi sulla provocazione e il sarcasmo. Le opere riportano frasi, immagini ed elementi decorativi che intendono scaturire una riflessione sulla complessità di “quei giorni” nei confronti dell’evento in sé,soprattutto in rapporto alle altre persone. Il colore rosso è il fil rouge di tutta la serie: un chiaro riferimento al sangue, elemento solitamente omesso all’interno delle pubblicità tematiche e simbolo di disagio quando viene mostrato, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi. I lavori realizzati dall’artista elaborano aspetti differenti della condizione fisica in maniera ludica e divertente normalizzando un periodo ricorrente dell’essere donna. I collage diventano così un omaggio ad una condizione che ancora oggi costituisce un tabù nella contemporaneità.” Margaret Sgarra
  • Diego Azzola Tecnica: Calchi in lattice colorato e riempitivo di poliuretano Anno: 2025 Descrizione: The work features a series of frogs caught in a state of apparent explosion, fragmented, mutating bodies that evoke a deep tension toward transformation. The frog, a symbol par excellence of metamorphosis and unstable identity, becomes an emblem of hybridity and perpetual becoming. The piece explores the human drive toward modification and the transgression of biological and morphological boundaries. It suggests a body that disintegrates, loses its coherent form, and evolves into something else, an unstable, vulnerable, yet potentially generative entity. The installation also references real-life experimental practices, such as genetic manipulation conducted on frogs and toads, where animals were decapitated to create headless organisms, ideal for meat production. This unsettling context informs the sculptural forms, in which the frogs’ heads appear to detach and drift away from their bodies, as if resisting a fate of control and commodification.    
  • Gemini (Infanzia)

    1.233,00 
    Elhaz Tecnica: Oil and acquaragia on canvas Anno: 2021-22 Dimensione: 101 x 5 x 104 cm Descrizione: I due lavori sono strettamente connessi. Si basano sul concetto dell’ambivalenza, del superamento della dualità in quanto persona Non binaria, che vuole superare i codici binari del genere e quindi anche della rappresentazione stessa dell’arte. Non esiste un solo modo di definirsi in quanto artista. Questi lavori non sono fra i più recenti ma i primi che hanno segnato la mia ricerca. Hanno come filo conduttore determinante quello di discendere nel proprio inconscio più abissale nella ricerca di sensazioni intense, andando a riscrivere la mia storia passata e ciò da cui provengo, cercando di affermare quello che ero e quello che ho vissuto. Entrambi prendono ispirazione da una storia purtroppo fatta di violenza e cerco attraverso la creazione artistica di riscriverlo. La creazione artistica diventa quindi strumento di guarigione e di espressione di un identità che va aldilà del binarismo e della dicotomia maschile-femminile. LE DIABLE (XV) e LE SOLEIL (XVIII) prendono ispirazione in particolare da due carte dei tarocchi di marsiglia, in tutte e due le figurazioni vi sono due personaggi gemelli androgini e ambigui. Per questi lavori ho utilizzato lo strumento di cucito e l’olio con un elemento in più, che poi diventa determinante, l’utilizzo di calze di nylon riciclate. Negli anni ho adottato il riciclo di materiali come parte fondamentale del mio lavoro.processo rituale, un atto romantico e sessuale con la natura. Supera i limiti della resistenza e della percezione materiale e fisica, andando oltre il tangibile o in un qualche modo, classificabile. Entrambi i momenti sono stati realizzati a Gennaio, alle temperature di -2 (primo atto) e 3 gradi (secondo atto). Ciò che viene incarnato si pone come risposta e volontà dell' essere fluidità, nella forma identitaria dell'umano, nel divenire qualcosa che astrae i preconcetti, le stigmatizzazioni ed etichette su un corpo da parte della società eteronormata e patriarcale. Connettendoci a madre terra possiamo toccare le moltitudini che ci abitano, le libertà di essere chi siamo, l'infinità di esseri che esistono nella nostre interiorità. Tramite il processo creativo, è come se fosse stata creata una grande cassa di risonanza per comunicare con la molteplicità di energie, forme di vita e verità che la Terra stessa contiene. Divenendo così, un rito di riconnessione alla queerness. Ognuna di queste moltitudini risuona con una parte diversa di chi guarda, e rompe così ogni illusione di interezza, aprendo lo sguardo alla verità collettiva che siamo tutto e anche il suo opposto, e che conteniamo creature sconosciute anche a noi stess*.
  • XV – XVIII

    798,00 
    Elhaz Tecnica: Sewing technique, materials: nylon stockings cotton, wadding Anno: 2022 Dimensione: 27 x 5 x33 cm Descrizione: I due lavori sono strettamente connessi. Si basano sul concetto dell’ambivalenza, del superamento della dualità in quanto persona Non binaria, che vuole superare i codici binari del genere e quindi anche della rappresentazione stessa dell’arte. Non esiste un solo modo di definirsi in quanto artista. Questi lavori non sono fra i più recenti ma i primi che hanno segnato la mia ricerca. Hanno come filo conduttore determinante quello di discendere nel proprio inconscio più abissale nella ricerca di sensazioni intense, andando a riscrivere la mia storia passata e ciò da cui provengo, cercando di affermare quello che ero e quello che ho vissuto. Entrambi prendono ispirazione da una storia purtroppo fatta di violenza e cerco attraverso la creazione artistica di riscriverlo. La creazione artistica diventa quindi strumento di guarigione e di espressione di un identità che va aldilà del binarismo e della dicotomia maschile-femminile. LE DIABLE (XV) e LE SOLEIL (XVIII) prendono ispirazione in particolare da due carte dei tarocchi di marsiglia, in tutte e due le figurazioni vi sono due personaggi gemelli androgini e ambigui. Per questi lavori ho utilizzato lo strumento di cucito e l’olio con un elemento in più, che poi diventa determinante, l’utilizzo di calze di nylon riciclate. Negli anni ho adottato il riciclo di materiali come parte fondamentale del mio lavoro.processo rituale, un atto romantico e sessuale con la natura. Supera i limiti della resistenza e della percezione materiale e fisica, andando oltre il tangibile o in un qualche modo, classificabile. Entrambi i momenti sono stati realizzati a Gennaio, alle temperature di -2 (primo atto) e 3 gradi (secondo atto). Ciò che viene incarnato si pone come risposta e volontà dell' essere fluidità, nella forma identitaria dell'umano, nel divenire qualcosa che astrae i preconcetti, le stigmatizzazioni ed etichette su un corpo da parte della società eteronormata e patriarcale. Connettendoci a madre terra possiamo toccare le moltitudini che ci abitano, le libertà di essere chi siamo, l'infinità di esseri che esistono nella nostre interiorità. Tramite il processo creativo, è come se fosse stata creata una grande cassa di risonanza per comunicare con la molteplicità di energie, forme di vita e verità che la Terra stessa contiene. Divenendo così, un rito di riconnessione alla queerness. Ognuna di queste moltitudini risuona con una parte diversa di chi guarda, e rompe così ogni illusione di interezza, aprendo lo sguardo alla verità collettiva che siamo tutto e anche il suo opposto, e che conteniamo creature sconosciute anche a noi stess*.
  • Tecnica: Film Photography Anno: 2025 Dimensione opera:  30 x 70 cm Descrizione: Prompted by personal experiences of harassment and abuse, and engaging critically with Italian rape culture, A Seed Has No Pronouns is Eleonora’s reflection on the paradoxes of gender binarism and an attempt to challenge the stigmas surrounding femininity and masculinity.
    In this context, gender binarism is seen as complicit in upholding patriarchal structures, as it assigns rigid societal and phenomenological traits to "females" and "males." Such distinctions reinforce biased gender roles based on anatomy, deepening the divide between individuals.
    In a society structured around gendered objectification, the image of the cracked fruit reminds the toxic consequences of gender discrimination while simultaneously evoking the seed – a symbol of untapped potential that, slipping away from gender rules, creates unity and untapped possibilities of harmony and beauty.
  • Tecnica: Film Photography Anno: 2025 Dimensione opera:  30 x 70 cm Descrizione: Prompted by personal experiences of harassment and abuse, and engaging critically with Italian rape culture, A Seed Has No Pronouns is Eleonora’s reflection on the paradoxes of gender binarism and an attempt to challenge the stigmas surrounding femininity and masculinity.
    In this context, gender binarism is seen as complicit in upholding patriarchal structures, as it assigns rigid societal and phenomenological traits to "females" and "males." Such distinctions reinforce biased gender roles based on anatomy, deepening the divide between individuals.
    In a society structured around gendered objectification, the image of the cracked fruit reminds the toxic consequences of gender discrimination while simultaneously evoking the seed – a symbol of untapped potential that, slipping away from gender rules, creates unity and untapped possibilities of harmony and beauty.
  • “Reperto N.4”

    8.700,00 

    Luca Baldocchi

    Tecnica: Mixed media Anno: 2025 Dimensione opera:  L45 x W45 x H120 cm Descrizione: In “Reperto N.4” la pistola erogatrice di carburante si innalza come una spada piantata nella roccia: un’ Excalibur contemporanea. Il parallelepipedo nero è il fossile del petrolio stesso, un blocco solido che custodisce la memoria di un’era in cui l’oro nero ha plasmato la civiltà, i suoi ritmi, i suoi conflitti. Il gesto dell’estrazione diventa cruciale. Come nel mito, non chiunque può estrarre la spada, ma chi vi riesce ottiene un potere. Qui, tuttavia, non è il potere del dominio a manifestarsi, bensì un sollievo profondo, quasi fisico: l’atto di liberare la pistola dalla massa di petrolio fossilizzato significa interrompere la catena della dipendenza economica e sociale. Per molti, il carburante è simbolo di fatica quotidiana, di sacrifici economici, di un prezzo da pagare che grava come un tributo inevitabile. Estrarre la pompa diventa allora un gesto di sollievo e riscatto collettivo. La scultura si fa specchio e rito. Nel nero del parallelepipedo, chi osserva si riconosce e si riflette: un’umanità che ha fondato la propria epoca in “Reperto N.4” e che ora è chiamata a un nuovo atto di coraggio, quello di lasciar andare la spada, di sottrarsi al suo incantesimo.
  • “Reperto N.1”

    11.600,00 

    Luca Baldocchi

    Tecnica: Mixed media, intervento scultoreo Anno: 2025 Dimensione opera: L95 x W40 x H120 cm Descrizione: Uno sportello d’auto, solido e familiare, sospeso come reliquia. La sua pelle metallica, un tempo simbolo di protezione e sicurezza, porta tre profondi squarci: ferite nette che spezzano la continuità della superficie. Questi tagli non sono soltanto segni fisici: sono la traccia di un incontro con una forza invisibile, una presenza assente che aleggia nello spazio espositivo. L’aggressore non si mostra e proprio per questo l’atto diventa più inquietante. Lo spettatore è costretto a completare mentalmente la scena, a riempire il vuoto con le proprie paure e suggestioni. L’opera sembra provenire da un paesaggio post-apocalittico, dove la tecnologia porta cicatrici e la protezione è un concetto fragile. La superficie lucida e industriale si trasforma in una pelle vulnerabile, capace di raccontare il momento esatto in cui la certezza si è incrinata. In “Reperto N.1”, la violenza non è narrata dal gesto, ma dal residuo: ciò che resta dopo l’impatto. È un invito a riflettere sulla nostra illusione di invulnerabilità, e su come ogni corazza fisica o emotiva possa essere attraversata.
  • AURORA

    5.510,00 

    Anton Bea

    Tecnica: Audiovisual Sculpture Anno: 2025 Dimensione opera: 40 x 30 cm Descrizione: AURORA is an audiovisual sculpture that transforms cosmic data into a sensory experience. Inspired by the aurora borealis, it visualizes the invisible connections between the Sun, Earth, and humanity. Real-time space weather data drives its sound and imagery, so changes in solar wind shape the form and atmosphere of the work. Materially, AURORA weaves together alabaster, glass, and digital light, navigating between natural phenomena and technological perception — a poetic meditation on the beauty and fragility of our planetary interdependence. You can view supporting video material for AURORA here: https://drive.google.com/file/d/19FqL0WD0nKPLT7_j2LtOlgNZVKrjjIyT/view?usp=sharing
  • Xhoi Cullhaj   Tecnica: Acrilico e tempera su tela Anno: 2024 Dimensione opera: 180 x 160 cm Descrizione: Il quadro riprende uno dei temi della storia dell’arte, quello delle Tre Grazie. La figura di destra è intenta nella lettura de Il mito di Sisifo di Albert Camus, testo in cui viene affrontato il tema dell’assurdo. Le altre due donne, invece, si contemplano a vicenda in silenzio, creando un dialogo muto e sospeso che contrasta con la parola scritta.
  • INTERIOR 62

    363,00 

    Salvatore Cocca

    Tecnica: Olio su tela Anno: 2022 Dimensione senza cornice: 60 x 60 cm
  • Simbiosi

    5.000,00 
    Marco Scozzi Tecnica: Acrilico Anno: ND Dimensione: 140 x 130 cm  
  • MORB Tecnica: Burned wood, copper, aluminum, plastic, acrilic spray, gold leaf Anno: 2020 Dimensione: 20 x 45 x 22 cm  
  • MORB Tecnica: Mixed media Anno: 2020 Dimensione: 45 x 45 x 20 cm  
  • MORB Tecnica: Plaster, plastic, resin, acrilic, gold leaf, paper, aluminium Anno: 2020 Dimensione: 13 x 37 x 11 cm  
  • Linked

    580,00 
    Ksenia Yarosh   Tecnica: Acrilico su tela Anno: 2024 Dimensione opera: 100 x 60 cm Descrizione: La connessione emotiva, profonda, che non ha bisogno di parentela di sangue o di formalità sociali. La connessione che lega i simili tra di loro, ma diversi dal resto del mondo.
  • I am Water

    580,00 
    Olga Zadedyurina
    Tecnica: fotografia, stampa fine art
    Dimensione cornice: 50cm x 70cm Dimensione foto: 30cm x 45cm
    Descrizione: I Am Water trae ispirazione dal Cristo di San Giovanni della Croce di Salvador Dalí, reinterpretando la trascendenza attraverso la fluidità dell’acqua. L’acqua sostiene ogni forma di vita, ma l’uomo tende a volerla possedere. Diventando acqua, l’opera invita a un passaggio - dal dominio alla cura, dalla separazione all’appartenenza.
    Edizione limitata 1/10 copie Possibilità di acquisto senza cornice. Possibilità di acquisto con NFT. L’attestato di autenticità è fornito con ogni opera.
     
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